La torta da un miliardo
La torta da un miliardo
L’AQUILA. Il 24% del totale degli importi finisce all’Abruzzo. Grazie ai lavori per il progetto Case e per la realizzazione di moduli abitativi e scolastici provvisori sono rimasti «in casa» 246 milioni di euro di lavori, tra appalti e subappalti. La parte del leone la fa la provincia dell’Aquila. Le regioni a forte concentrazione di criminalità organizzata entrano in scena col meccanismo dei subappalti.
ECCO LA TORTA. Secondo i dati forniti dalla Protezione civile, sia la torta degli appalti principali per la prima ricostruzione abitativa, dove entrano in scena le grosse ditte capofila, sia quella dei subappalti, vedono a capotavola l’Abruzzo. La provincia di Pescara risulta esclusa dagli appalti principali, dove L’Aquila incassa 158 milioni seguita, con distacco, da Teramo (26 milioni) e Chieti (13 milioni). Il totale dei lavori che sono toccati all’Abruzzo ammonta a 198 milioni di euro, pari al 24,69 per cento del totale. Un primato significativo che vede impegnate le aziende abruzzesi nell’aggiudicazione degli appalti principali. Il secondo posto, nella classifica delle capofila, è ad appannaggio del Veneto che con i suoi 154 milioni si attesta su una percentuale di poco inferiore al 20 per cento (19,21%). Terzo gradino del podio, invece, per il Lazio che con la sola provincia di Roma, l’unica a comparire in elenco per gli appalti principali, si aggiudica 106 milioni di euro di lavori pari al 13,21 per cento del totale.
RISCHIO MAFIA. Tra gli appalti principali non c’è posto per la Sicilia che non ha ottenuto, nella classificazione provincia per provincia, nessuna assegnazione in via principale. Tuttavia, grazie al meccanismo dei subappalti, le ditte delle province di Agrigento, Caltanissetta, Catania, Palermo e Ragusa rientrano nel giro, seppur con percentuali da zero virgola. Non è così per la Campania, che compare sia nell’elenco degli appalti principali, dove occupa la quinta posizione nella classifica per regioni, con il 3,17 per cento del totale degli importi, sia nell’elenco dei subappalti, dove si piazza al sesto posto, subito dietro al Trentino Alto Adige. In Campania sono approdati 25 milioni di appalti principali (17 milioni ad Avellino, 6,4 a Caserta e 2 a Napoli) e 12,5 milioni di subappalti (10 nel Napoletano, 1,5 nel Casertano, 878mila alla provincia di Avellino, 188mila a Benevento e 18mila a Salerno), pari al 5,81 per cento del totale.
Restando in tema di subappalti, alla Sicilia sono finiti 1 milione di euro di lavori, così suddivisi: 506mila euro nel Palermitano, 161mila all’Agrigentino, 159mila alla provincia di Caltanissetta, 149mila al Ragusano e 40mila a Catania. Cifre piccole, che portano a una percentuale dello 0,47% sul totale e che fanno slittare la Sicilia al quattordicesimo posto della classifica delle regioni. È su queste cifre, seppur minime, che si concentra tutta l’attenzione da parte degli organismi di controllo istituiti per vigilare sulla ricostruzione dell’Aquila, la sezione specializzata del comitato di coordinamento per l’alta sorveglianza delle grandi opere e il Gicer (Gruppo interforze centrale per l’emergenza e la ricostruzione). Gli appalti finiti a ditte provenienti da regioni a rischio vengono passati ai raggi X. Tra i subappalti spuntano fuori anche 1,8 milioni di euro di lavori affidati a ditte della provincia di Latina, già considerata permeabile rispetto alle infiltrazioni malavitose, ma la parte del leone la fa sempre Roma con poco meno di 29 milioni di euro di lavori. Manca del tutto la Calabria, che non annovera imprese né tra gli appalti né tra i subappalti.
IL MILIARDO. Tra appalti e subappalti per progetto Case e realizzazione di moduli provvisori, abitativi e scolastici, l’importo complessivo supera il miliardo di euro. Un giro d’affari ragguardevole. E si tratta solo della prima fase della ricostruzione, quella fatta per ridare un tetto, anche provvisorio, a chi non ce l’ha più.
ABRUZZO ENGINEERING. Intanto, la Provincia coinvolge Abruzzo Engineering nel lavoro di ricostruzione post-sisma. Approvato un protocollo d’intesa che prevede un sostegno al grande incremento di lavoro che grava sul Genio civile. Alla società sarà affidata l’istruttoria di decine di migliaia di pratiche sulla ricostruzione di immobili distrutti o danneggiati. Per questo servizio saranno erogati ad Abruzzo Engineering 300mila euro, ricompresi nei fondi assegnati per la ricostruzione e messi a disposizione dalla Protezione Civile. Al progetto lavoreranno quindici unità lavorative specializzate.
La società metterà a disposizione per sei mesi (prorogabili) 15 unità specializzate con competenze nella progettazione antisismica e nel settore della gestione del ciclo delle acque e in ambiente Gis. Si tratta di sette tra ingegneri e architetti, un geologo, sette geometri e un amministrativo con competenze Edp. Svolgeranno il loro lavoro nelle sedi di Provincia, Comune, Reluis e Fintecna. Di queste professionalità la Provincia si avvarrà per l’esame e le valutazioni di completezza e conformità dei progetti di riparazione, miglioramento e adeguamento degli edifici. Al Genio civile restano le attribuzioni e le competenze in materia di acquisizione, esame, valutazione, controllo e formalizzazione di progetti.
ECCO LA TORTA. Secondo i dati forniti dalla Protezione civile, sia la torta degli appalti principali per la prima ricostruzione abitativa, dove entrano in scena le grosse ditte capofila, sia quella dei subappalti, vedono a capotavola l’Abruzzo. La provincia di Pescara risulta esclusa dagli appalti principali, dove L’Aquila incassa 158 milioni seguita, con distacco, da Teramo (26 milioni) e Chieti (13 milioni). Il totale dei lavori che sono toccati all’Abruzzo ammonta a 198 milioni di euro, pari al 24,69 per cento del totale. Un primato significativo che vede impegnate le aziende abruzzesi nell’aggiudicazione degli appalti principali. Il secondo posto, nella classifica delle capofila, è ad appannaggio del Veneto che con i suoi 154 milioni si attesta su una percentuale di poco inferiore al 20 per cento (19,21%). Terzo gradino del podio, invece, per il Lazio che con la sola provincia di Roma, l’unica a comparire in elenco per gli appalti principali, si aggiudica 106 milioni di euro di lavori pari al 13,21 per cento del totale.
RISCHIO MAFIA. Tra gli appalti principali non c’è posto per la Sicilia che non ha ottenuto, nella classificazione provincia per provincia, nessuna assegnazione in via principale. Tuttavia, grazie al meccanismo dei subappalti, le ditte delle province di Agrigento, Caltanissetta, Catania, Palermo e Ragusa rientrano nel giro, seppur con percentuali da zero virgola. Non è così per la Campania, che compare sia nell’elenco degli appalti principali, dove occupa la quinta posizione nella classifica per regioni, con il 3,17 per cento del totale degli importi, sia nell’elenco dei subappalti, dove si piazza al sesto posto, subito dietro al Trentino Alto Adige. In Campania sono approdati 25 milioni di appalti principali (17 milioni ad Avellino, 6,4 a Caserta e 2 a Napoli) e 12,5 milioni di subappalti (10 nel Napoletano, 1,5 nel Casertano, 878mila alla provincia di Avellino, 188mila a Benevento e 18mila a Salerno), pari al 5,81 per cento del totale.
Restando in tema di subappalti, alla Sicilia sono finiti 1 milione di euro di lavori, così suddivisi: 506mila euro nel Palermitano, 161mila all’Agrigentino, 159mila alla provincia di Caltanissetta, 149mila al Ragusano e 40mila a Catania. Cifre piccole, che portano a una percentuale dello 0,47% sul totale e che fanno slittare la Sicilia al quattordicesimo posto della classifica delle regioni. È su queste cifre, seppur minime, che si concentra tutta l’attenzione da parte degli organismi di controllo istituiti per vigilare sulla ricostruzione dell’Aquila, la sezione specializzata del comitato di coordinamento per l’alta sorveglianza delle grandi opere e il Gicer (Gruppo interforze centrale per l’emergenza e la ricostruzione). Gli appalti finiti a ditte provenienti da regioni a rischio vengono passati ai raggi X. Tra i subappalti spuntano fuori anche 1,8 milioni di euro di lavori affidati a ditte della provincia di Latina, già considerata permeabile rispetto alle infiltrazioni malavitose, ma la parte del leone la fa sempre Roma con poco meno di 29 milioni di euro di lavori. Manca del tutto la Calabria, che non annovera imprese né tra gli appalti né tra i subappalti.
IL MILIARDO. Tra appalti e subappalti per progetto Case e realizzazione di moduli provvisori, abitativi e scolastici, l’importo complessivo supera il miliardo di euro. Un giro d’affari ragguardevole. E si tratta solo della prima fase della ricostruzione, quella fatta per ridare un tetto, anche provvisorio, a chi non ce l’ha più.
ABRUZZO ENGINEERING. Intanto, la Provincia coinvolge Abruzzo Engineering nel lavoro di ricostruzione post-sisma. Approvato un protocollo d’intesa che prevede un sostegno al grande incremento di lavoro che grava sul Genio civile. Alla società sarà affidata l’istruttoria di decine di migliaia di pratiche sulla ricostruzione di immobili distrutti o danneggiati. Per questo servizio saranno erogati ad Abruzzo Engineering 300mila euro, ricompresi nei fondi assegnati per la ricostruzione e messi a disposizione dalla Protezione Civile. Al progetto lavoreranno quindici unità lavorative specializzate.
La società metterà a disposizione per sei mesi (prorogabili) 15 unità specializzate con competenze nella progettazione antisismica e nel settore della gestione del ciclo delle acque e in ambiente Gis. Si tratta di sette tra ingegneri e architetti, un geologo, sette geometri e un amministrativo con competenze Edp. Svolgeranno il loro lavoro nelle sedi di Provincia, Comune, Reluis e Fintecna. Di queste professionalità la Provincia si avvarrà per l’esame e le valutazioni di completezza e conformità dei progetti di riparazione, miglioramento e adeguamento degli edifici. Al Genio civile restano le attribuzioni e le competenze in materia di acquisizione, esame, valutazione, controllo e formalizzazione di progetti.