La tragedia di Pratola Peligna: «Così ho provato a salvare mio figlio»
Parla il padre del 19enne trovato morto nel letto di casa: «Nessuna sostanza scoperta in casa». L’autopsia non scioglie i dubbi
SULMONA. A causare la morte del diciannovenne di Pratola Peligna Antonio Di Pillo sarebbero stati problemi cardiaci. È l’esito dell’autopsia eseguita dall’anatomopatologo Luigi Miccolis, che ha chiarito solo in parte i motivi che hanno portato al decesso del giovane pratolano. Dall’analisi macroscopica, infatti, non sono emersi elementi decisivi tali da sciogliere ogni dubbio. La verità si scoprirà solo dopo gli esami tossicologici e istologici i cui esiti si conosceranno tra qualche tempo.
Intanto il padre del giovane, Agostino Di Pillo, 59 anni, dipendente della Medibev (ex Campari) di Sulmona, racconta gli ultimi istanti di vita del figlio. «Sulla morte di Antonio sono state avanzate tante ipotesi, alcune anche fantasiose, che hanno acuito ancora di più la nostra sofferenza, gettando ingiustamente ombre sulla vita di mio figlio, che era un giovane, come tanti di oggi, vivace ma senza grossi problemi». Nel corso del sopralluogo seguito alla tragedia i carabinieri, così come confermato dagli stessi investigatori, non hanno trovato alcuna sostanza stupefacente, né alcun mix chimico che farebbe pensare a una morte dall’inalazione di sostanze, come ipotizzato in un primissimo momento. «Nella camera di mio figlio c’erano solo aminoacidi utilizzati in palestra e uno sciroppo per la tosse prescritto dal nostro medico», ha proseguito Di Pillo. «Nessun’altra sostanza è stata rinvenuta a casa e questo attesta la piena infondatezza di alcune ipotesi lanciate da alcuni».
Quindi racconta i momenti drammatici della scoperta del corpo del giovane ormai privo di vita. «Ricordo bene che Antonio, a pranzo, appena tornato dalla palestra, insieme a un suo amico che non è voluto restare con noi, aveva molta fame e aveva mangiato con voracità tre o quattro uova insieme a un pezzo di formaggio», riprende il racconto del padre. «Poi, come faceva sempre, è andato al piano di sopra, nella sua stanza, per ascoltare musica, ad alto volume. Alle 15.30 mia moglie, non vedendolo scendere, ha deciso di salire lei per portargli il caffè. Antonio era disteso a pancia in giù sul letto e non dava segni di vita. Sentendola urlare sono corso anch’io per capire cosa fosse successo. Ho cercato di rianimarlo col massaggio cardiaco ma non c’è stato più niente da fare». A nulla sono valsi i soccorsi, giunti anche dal 118, per un ultimo disperato tentativo. I funerali saranno celebrati oggi alle 16.30, nella tensostruttura all’oratorio del Santuario Madonna della Libera, chiuso per i lavori di messa in sicurezza, dopo i danni del terremoto.
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