Ladri in fuga con il bancomat scardinato
Il colpo alla Banca Adriatica di Tagliacozzo. Nel forziere (trainato da un furgone scortato da due auto) c’erano 70mila euro
TAGLIACOZZO. Hanno scardinato il bancomat trascinandolo con un furgone per le vie della città durante la fuga, poi hanno prelevato il denaro dalla cassaforte facendo perdere le loro tracce. Il rocambolesco furto alla Banca Adriatica di Tagliacozzo, studiato nei minimi dettagli, ha fruttato alla banda un bottino di oltre 70mila euro. Il colpo è stato messo a segno a pochi passi dal centro, intorno all’una di notte. Due testimoni hanno assistito alla scena, rischiando di essere travolti dal furgone che trainava il forziere. «Siamo due miracolati», hanno raccontato subito dopo il pericoloso incontro. I ladri, secondo la ricostruzione, hanno legato lo sportello bancomat al loro mezzo, partendo a tutta velocità e scardinando l’intera parete. Lo hanno poi trascinato lungo la strada, scortati da altre due auto, una Ford Kuga e un altro Suv. Si tratta probabilmente di mezzi rubati proprio a tale scopo. I malviventi, nella fuga, hanno anche danneggiato diverse auto parcheggiate lungo via Roma per poi dirigersi verso la località di montagna di Marsia. A chiedere l’intervento dei carabinieri, arrivati sul posto in una manciata di minuti, sono state due persone che hanno incrociato i tre mezzi in fuga. Si tratta del consigliere comunale Vincenzo Montelisciani e di suo fratello Marco, che stavano rincasando in auto, unici testimoni dell’accaduto.
«Siamo stati fermati da una pattuglia dei carabinieri proprio nella vicina via Marconi per un controllo di routine», raccontano, «ma poi, prima di rientrare, siamo arrivati al crocevia tra la strada che conduce a Marsia, quella che sale verso Cappadocia. Abbiamo visto sfrecciare verso di noi un furgone bianco a tutta velocità. La cosa che ci ha scioccato è che trainava qualcosa di pesante che sfregava sull’asfalto sbandando da un lato all’altro della strada. All’inizio non abbiamo capito cosa fosse. Poi, mentre si avvicinava, abbiamo visto la scritta verde “bancomat” dalla quale fuoriusciva un rotolo di carta per gli scontrini. Eravamo fermi allo stop dell’incrocio», racconta Montelisciani, «e non potevamo fare altro. Quello stop ci ha salvato la vita. Il furgone ci è passato davanti a velocità sostenuta e si è diretto verso Marsia seguito da due auto. Abbiamo chiamato immediatamente i carabinieri e una pattuglia si è subito messa all’inseguimento». La banda è riuscita però a far perdere le proprie tracce. Lungo la strada è stato ritrovato il computer del bancomat e altri pezzi della “struttura”. Probabilmente i malviventi hanno utilizzato un covo per nascondersi e per aprire la cassaforte che era stata, nella stessa giornata, ricaricata di denaro dai dipendenti della banca. Probabilmente i ladri avevano pensato anche a questo ed erano sicuri di non fare un buco nell’acqua. Il forziere, ormai vuoto, è stato ritrovato a Marsia dai militari della Compagnia di Tagliacozzo, guidati dal comandante Edoardo Commandè. All’esame degli investigatori ci sarebbero le immagini registrate dalle telecamere e le tracce lasciate dalla banda. Non è escluso che, nonostante si tratti di professionisti, i malviventi abbiano fatto qualche mossa falsa che potrebbe consentire agli investigatori di incastrarli.
Pietro Guida
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