Lastre di eternit e vernici nella fabbrica incendiata
Si teme un’altra emergenza ambientale. Vigili del fuoco al lavoro per molte ore Rogo forse per un corto circuito durante la bonifica delle vasche in alluminio
SULMONA. Hanno lavorato duro fino a notte inoltrata per spegnere l’incendio che si è sviluppato lunedì sera all’interno dello stabilimento chiuso da due anni dell’Italfinish. E ancora ieri mattina di nuovo al lavoro, fino a metà giornata, per bonificare gli ultimi focolai. L’obiettivo era uno solo: spegnere le fiamme ed evitare che plastica, eternit e solventi presenti all’interno dello stabilimento venissero a contatto con le fiamme, provocando una nube tossica e danni all’ambiente circostante. Due giorni in cui i vigili del fuoco di Sulmona, con l’ausilio dei colleghi dell’Aquila, hanno operato senza sosta affrontando la delicata situazione con grande decisione, fino a quando il pericolo è cessato. Già dalla scorsa notte l’incendio sembrava domato. Ma ieri mattina, al momento della verifica della situazione, i custodi si sono accorti che in alcuni punti della fabbrica il fuoco aveva ripreso vigore, tanto va allertare nuovamente i vigili del fuoco che si sono portati prontamente sul posto con gli idranti che hanno ripreso a riversare ettolitri di acqua sui materiali dismessi, giacenti nel sito, e considerati ad alto rischio ambientale. Una volta spente le fiamme sono iniziate, da parte dei vigili del fuoco, nuove e più accurate operazioni di verifica al fine di evitare eventuali nuovi incendi, così da procedere con la messa in sicurezza dello stabilimento. Ancora poco chiare le cause alla base del rogo. Anche se fin dal primo momento si è ipotizzato un corto circuito scaturito dalle vasche per l’ossidazione d’alluminio, riattivate dopo tre anni dalla chiusura della fabbrica, per le operazione di smantellamento. La fabbrica infatti, che ha avuto una lunga storia prima con la Diaprint, poi con l’Agfa e ancora la Lastra, e per ultima la bergamasca lItalfinish dal 2007, si trova in concordato preventivo dopo il fallimento dichiarato nel novembre 2011. Attualmente si stava procedendo allo smantellamento di una delle linee di produzione e gli operai, lunedì quando è divampato l'incendio, avevano smesso di lavorare alle 18. In pochi mesi è la terza volta che scatta l’allarme inquinamento ambientale nel nucleo industriale di Sulmona. Un cimitero di capannoni dismessi o sotto fallimento che costituisce un costante pericolo.
Claudio Lattanzio
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