Latte invenduto per una delibera
Gli allevatori: «Tutta colpa di un intoppo burocratico»
L’AQUILA. «L’accordo per distribuire i prodotti freschi si è arenato a causa di una delibera ispirata da assurdi intoppi procedurali». La denuncia arriva dal portavoce del Cospa Abruzzo, Dino Rossi, che punta il dito sul mancato rispetto della convenzione sottoscritta con l’assessore regionale all’agricoltura, Mauro Febbo, al fine di far tornare le aziende locali a lavorare con la Centrale del latte.
«Adesso sappiamo a chi consegnare la nostra mucca: ai burocrati e a tutti quelli che, nonostante la situazione drammatica, frenano ogni nostra iniziativa». E’ critica la valutazione del portavoce del Cospa in un momento estremamente difficile per il settore agroalimentare. Rossi, celebre per le sue provocatorie “consegne” delle mucche - per far capire costi e problematiche - ha rimarcato l’importanza di poter smistare i prodotti freschi.
Un’esigenza condivisa dal presidente provinciale della Confederazione italiana agricoltori, Filippo Rubei. «Carne e latte devono essere distribuiti subito», ha spiegato Rubei, «per questo motivo, abbiamo chiesto e ottenuto dalla Protezione civile la possibilità di distribuire i prodotti delle aziende locali nelle tendopoli».
Con lo stesso spirito, Cospa e Ara hanno stipulato la convenzione per il conferimento del latte alla Centrale. Un documento, tuttavia, che non è mai uscito dagli uffici dell’assessorato regionale all’Agricoltura.
«Visto che la convenzione restava nel cassetto», si legge nella nota del Cospa, «un allevatore, Severino Di Stefano, assistito dall’avvocato Alessandra Ferrante si è procurato un appuntamento col prefetto Franco Gabrielli. Anche noi abbiamo partecipato a questo incontro per rappresentare le problematiche riguardanti i nostri prodotti agricoli, invenduti per la mancanza di richiesta da parte della Protezione civile delle varie regioni».
Dopo tanto discutere si è scoperto, tuttavia, che l’intoppo era dovuto ad una delibera della scorsa settimana della giunta comunale, proposta dall’assessore Marco Fanfani. Tale delibera prevede l’acquisto dei prodotti con asta pubblica, con l’invito di almeno tre ditte, da effettuarsi ogni settimana. Un sistema, che secondo il Cospa, «non si coniuga affatto con la volontà di far risollevare l’economia locale perché è fin troppo chiaro che le nostre associazioni non possono competere con i grandi colossi della distribuzione che acquistano prodotti esteri a prezzi stacciati e che avrebbero vinto le gare di appalto, in barba ai produttori locali». Gli allevatori annunciano azioni di proteste e si preparano a un nuovo incontro, in programma oggi alla direzione di comando e controllo (Dicomac) a Coppito.
«In caso contrario», conclude Rossi, «porteremo non solo la mucca, ma tanti asini per quanti sono i componenti della giunta comunale a Palazzo Margherita».
«Adesso sappiamo a chi consegnare la nostra mucca: ai burocrati e a tutti quelli che, nonostante la situazione drammatica, frenano ogni nostra iniziativa». E’ critica la valutazione del portavoce del Cospa in un momento estremamente difficile per il settore agroalimentare. Rossi, celebre per le sue provocatorie “consegne” delle mucche - per far capire costi e problematiche - ha rimarcato l’importanza di poter smistare i prodotti freschi.
Un’esigenza condivisa dal presidente provinciale della Confederazione italiana agricoltori, Filippo Rubei. «Carne e latte devono essere distribuiti subito», ha spiegato Rubei, «per questo motivo, abbiamo chiesto e ottenuto dalla Protezione civile la possibilità di distribuire i prodotti delle aziende locali nelle tendopoli».
Con lo stesso spirito, Cospa e Ara hanno stipulato la convenzione per il conferimento del latte alla Centrale. Un documento, tuttavia, che non è mai uscito dagli uffici dell’assessorato regionale all’Agricoltura.
«Visto che la convenzione restava nel cassetto», si legge nella nota del Cospa, «un allevatore, Severino Di Stefano, assistito dall’avvocato Alessandra Ferrante si è procurato un appuntamento col prefetto Franco Gabrielli. Anche noi abbiamo partecipato a questo incontro per rappresentare le problematiche riguardanti i nostri prodotti agricoli, invenduti per la mancanza di richiesta da parte della Protezione civile delle varie regioni».
Dopo tanto discutere si è scoperto, tuttavia, che l’intoppo era dovuto ad una delibera della scorsa settimana della giunta comunale, proposta dall’assessore Marco Fanfani. Tale delibera prevede l’acquisto dei prodotti con asta pubblica, con l’invito di almeno tre ditte, da effettuarsi ogni settimana. Un sistema, che secondo il Cospa, «non si coniuga affatto con la volontà di far risollevare l’economia locale perché è fin troppo chiaro che le nostre associazioni non possono competere con i grandi colossi della distribuzione che acquistano prodotti esteri a prezzi stacciati e che avrebbero vinto le gare di appalto, in barba ai produttori locali». Gli allevatori annunciano azioni di proteste e si preparano a un nuovo incontro, in programma oggi alla direzione di comando e controllo (Dicomac) a Coppito.
«In caso contrario», conclude Rossi, «porteremo non solo la mucca, ma tanti asini per quanti sono i componenti della giunta comunale a Palazzo Margherita».