Le carriole ora vanno di corsa
Macerie, liberata piazza IX Martiri. Solidarietà dai podisti
L’AQUILA. Vanno di corsa, le carriole. Sotto la pioggia, a dar manforte agli aquilani che da nove domeniche si radunano nella zona rossa, spuntano anche i podisti della corsa di solidarietà che arriva a Onna. Intanto, piazza IX Martiri viene liberata completamente dalle macerie e dai rifiuti, addossati fin sotto la lapide che ricorda i giovani aquilani trucidati dai nazifascisti il 23 settembre 1943. Il 25 aprile la stessa piazza sarà teatro di una manifestazione «per non dimenticare».
PODISTI SOLIDALI. Lo scatto con le carriole prima della partenza è il fotogramma di una giornata che la pioggia prova a guastare, senza riuscirvi. Nonostante il gruppo di chi si dissocia dal «popolo delle carriole» dopo l’apparizione televisiva in collegamento col salotto di Bruno Vespa, nella quale in tanti dicono di non essersi riconosciuti, il movimento si conta, mette a punto le azioni della protesta e si difende dall’accusa di voler «provocare» a tutti i costi. Di «Porta a Porta» non sanno nulla i podisti, pronti a caricare anche qualche pezzo di mattone e di pietra insieme agli aquilani. Silio Romoli di Civitanova Marche racconta: «Anche noi, nel 1997, abbiamo vissuto il sisma. Perciò ho voluto partecipare a questa gara per rendermi conto di persona di quanto la realtà sia diversa da quanto le tv riescono a raccontare». Con lui altri atleti di Velletri e di Maddaloni, i «Road Runners». «Crediamo in queste iniziative», aggiunge il laziale Alberto Manciocchi. «Siamo contenti di essere qui anche per loro».
IL BILANCIO. Anche grazie all’azione dei mezzi dei pompieri e dei militari, piazza IX Martiri è finalmente sgomberata. Sotto la lapide che ricorda i 9 giovani uccisi alle Casermette vengono deposti anche due lumini accesi. Ora il prossimo obiettivo è lo sgombero di largo Silvestro dell’Aquila, meglio noto come piazzetta del Sole. Dove i mucchi sono ancora alti. La separazione ha preso il via, ma sarà completata nelle prossime giornate. Dopo due ore di lavoro chinati sulle rovine della città, tutti all’assemblea in piazza Duomo. Le ultime vicende spingono il movimento a una riflessione. Prima il sequestro delle carriole, poi la protesta al consiglio comunale in piazza nel giorno del ricordo, quindi le polemiche in tv con il gruppo dei «dissociati».
Cosa fare? Come farlo? Se ne discute nel tendone di piazza Duomo. In platea, tra gli altri, Francesco Caruso detto Ciccio, ex parlamentare di Rifondazione comunista e leader dei movimentisti campani. «La nostra», spiega il prorettore dell’Università Giusi Pitari, tra i promotori della mobilitazione, «non è una manifestazione, è solo il modo di ritrovarci in centro la domenica, per fare qualcosa di utile alla città. Una manifestazione, al contrario si presta a qualsiasi tipo di strumentalizzazione politica o a divisioni». Intanto, domenica prossima nelle carriole ci finiranno i libri. Una delegazione di giovani andrà a prelevarli a Coppito per poi portarli in piazza. Un omaggio alla giornata mondiale del libro.
TUTTI AL CONSIGLIO. L’assemblea ragiona sull’opportunità di presentarsi di nuovo al consiglio comunale di oggi. Protestare o presenziare? Il dibattito è serrato, poi la decisione: i partecipanti terranno in mano una copia del regolamento sulla trasparenza e sulla partecipazione dei cittadini alla ricostruzione, definito dagli stessi aquilani, ma, a loro dire, tenuto chiuso in un cassetto ormai da mesi. «Non ci sentiamo rappresentati dai nostri consiglieri», è questo il commento di alcuni partecipanti. «Non comprendiamo perché queste sedute si svolgano ad Assergi, fuori dall’area urbana. Riunioni semiclandestine forse fatte apposta per tenere lontana la gente dalle grandi scelte sulla ricostruzione». In molti esprimono sconcerto di fronte alla possibilità che anche il dissenso espresso nella seduta solenne del consiglio comunale finisca in una guerra a colpi di carte bollate. Così come per le carriole sotto sequestro. Molti vogliono partecipare di nuovo alla seduta dell’assemblea civica anche per capire quali sono le intenzioni degli amministratori dopo le polemiche.
«PROVOCATORI? NO». «A oltre dodici mesi dalla tragedia, la situazione all’Aquila e nel cratere è ancora difficilissima», argomenta Stefano Frezza di Epicentro solidale, in una pausa del lavoro con pala e carriola. «Le nostre piazze sono tuttora piene di macerie e ancora non finisce la messa in sicurezza degli edifici: l’osceno piano Case ha devastato il nostro territorio e ha dato risposte abitative solo a quindicimila persone mentre tante altre migliaia vivono ancora in alberghi e caserme. Ancora non esiste un piano per la ricostruzione del centro storico e migliaia di persone ancora non possono partire con i lavori, dato che un’ordinanza ha imposto la formazione di aggregati ai quali il Comune, dopo mesi, tarda a dare risposte. Da tempo si chiede una ricognizione degli alloggi costruiti per coloro che sono rimasti senza casa; nel solo territorio comunale sono oltre 100 le case pronte e a tutt’oggi vuote, con enormi e inutili sperperi di soldi che potrebbero essere destinati, invece, a spese più utili e urgenti».
Secondo Frezza «il panorama estremamente desolante e preoccupante giustifica le più che legittime proteste dei nostri concittadini. Non condividiamo chi descrive i cittadini che protestano “gente che nella vita non ha problemi” e come “provocatori di professione”. Non ci asterremo anche da altre legittime proteste per rivendicare quello che ci è stato tolto».
PODISTI SOLIDALI. Lo scatto con le carriole prima della partenza è il fotogramma di una giornata che la pioggia prova a guastare, senza riuscirvi. Nonostante il gruppo di chi si dissocia dal «popolo delle carriole» dopo l’apparizione televisiva in collegamento col salotto di Bruno Vespa, nella quale in tanti dicono di non essersi riconosciuti, il movimento si conta, mette a punto le azioni della protesta e si difende dall’accusa di voler «provocare» a tutti i costi. Di «Porta a Porta» non sanno nulla i podisti, pronti a caricare anche qualche pezzo di mattone e di pietra insieme agli aquilani. Silio Romoli di Civitanova Marche racconta: «Anche noi, nel 1997, abbiamo vissuto il sisma. Perciò ho voluto partecipare a questa gara per rendermi conto di persona di quanto la realtà sia diversa da quanto le tv riescono a raccontare». Con lui altri atleti di Velletri e di Maddaloni, i «Road Runners». «Crediamo in queste iniziative», aggiunge il laziale Alberto Manciocchi. «Siamo contenti di essere qui anche per loro».
IL BILANCIO. Anche grazie all’azione dei mezzi dei pompieri e dei militari, piazza IX Martiri è finalmente sgomberata. Sotto la lapide che ricorda i 9 giovani uccisi alle Casermette vengono deposti anche due lumini accesi. Ora il prossimo obiettivo è lo sgombero di largo Silvestro dell’Aquila, meglio noto come piazzetta del Sole. Dove i mucchi sono ancora alti. La separazione ha preso il via, ma sarà completata nelle prossime giornate. Dopo due ore di lavoro chinati sulle rovine della città, tutti all’assemblea in piazza Duomo. Le ultime vicende spingono il movimento a una riflessione. Prima il sequestro delle carriole, poi la protesta al consiglio comunale in piazza nel giorno del ricordo, quindi le polemiche in tv con il gruppo dei «dissociati».
Cosa fare? Come farlo? Se ne discute nel tendone di piazza Duomo. In platea, tra gli altri, Francesco Caruso detto Ciccio, ex parlamentare di Rifondazione comunista e leader dei movimentisti campani. «La nostra», spiega il prorettore dell’Università Giusi Pitari, tra i promotori della mobilitazione, «non è una manifestazione, è solo il modo di ritrovarci in centro la domenica, per fare qualcosa di utile alla città. Una manifestazione, al contrario si presta a qualsiasi tipo di strumentalizzazione politica o a divisioni». Intanto, domenica prossima nelle carriole ci finiranno i libri. Una delegazione di giovani andrà a prelevarli a Coppito per poi portarli in piazza. Un omaggio alla giornata mondiale del libro.
TUTTI AL CONSIGLIO. L’assemblea ragiona sull’opportunità di presentarsi di nuovo al consiglio comunale di oggi. Protestare o presenziare? Il dibattito è serrato, poi la decisione: i partecipanti terranno in mano una copia del regolamento sulla trasparenza e sulla partecipazione dei cittadini alla ricostruzione, definito dagli stessi aquilani, ma, a loro dire, tenuto chiuso in un cassetto ormai da mesi. «Non ci sentiamo rappresentati dai nostri consiglieri», è questo il commento di alcuni partecipanti. «Non comprendiamo perché queste sedute si svolgano ad Assergi, fuori dall’area urbana. Riunioni semiclandestine forse fatte apposta per tenere lontana la gente dalle grandi scelte sulla ricostruzione». In molti esprimono sconcerto di fronte alla possibilità che anche il dissenso espresso nella seduta solenne del consiglio comunale finisca in una guerra a colpi di carte bollate. Così come per le carriole sotto sequestro. Molti vogliono partecipare di nuovo alla seduta dell’assemblea civica anche per capire quali sono le intenzioni degli amministratori dopo le polemiche.
«PROVOCATORI? NO». «A oltre dodici mesi dalla tragedia, la situazione all’Aquila e nel cratere è ancora difficilissima», argomenta Stefano Frezza di Epicentro solidale, in una pausa del lavoro con pala e carriola. «Le nostre piazze sono tuttora piene di macerie e ancora non finisce la messa in sicurezza degli edifici: l’osceno piano Case ha devastato il nostro territorio e ha dato risposte abitative solo a quindicimila persone mentre tante altre migliaia vivono ancora in alberghi e caserme. Ancora non esiste un piano per la ricostruzione del centro storico e migliaia di persone ancora non possono partire con i lavori, dato che un’ordinanza ha imposto la formazione di aggregati ai quali il Comune, dopo mesi, tarda a dare risposte. Da tempo si chiede una ricognizione degli alloggi costruiti per coloro che sono rimasti senza casa; nel solo territorio comunale sono oltre 100 le case pronte e a tutt’oggi vuote, con enormi e inutili sperperi di soldi che potrebbero essere destinati, invece, a spese più utili e urgenti».
Secondo Frezza «il panorama estremamente desolante e preoccupante giustifica le più che legittime proteste dei nostri concittadini. Non condividiamo chi descrive i cittadini che protestano “gente che nella vita non ha problemi” e come “provocatori di professione”. Non ci asterremo anche da altre legittime proteste per rivendicare quello che ci è stato tolto».
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