Legge sulla ricostruzione Ci sono delle modifiche

Resta il no alla concessione generalizzata di fondi alle seconde case Sì alla procedura dell’accordo di programma e agli otto uffici territoriali

L'AQUILA. Due giornate campali alla Camera per tentare in ogni modo di apportare modifiche alla legge sulla ricostruzione dell'Aquila, nota ormai come legge Barca dal nome del ministro proponente. I deputati abruzzesi (Lolli del Pd e De Angelis del Pdl in particolare ma anche Mantini dell'Udc) hanno dovuto sudare le famose sette camicie, prima per far fronte all'ostruzionismo della Lega e poi per convincere il governo ad accettare alcuni sub emendamenti.

Vediamo per sommi capi le cose che sono "passate". Accolta la deroga al patto di stabilità per i Comuni che riceveranno i soldi della ricostruzione, reinserite le facilitazioni all'accesso al lavoro per gli orfani del terremoto, sì al metodo dell’accordodi programma per le varianti urbanistiche (su questo sub emendamento il governo è stato battuto), è passata la norma che impone ai proprietari di edifici di restituire la caparra nei casi in cui al momento del sisma il contratto di vendita della casa non era stato perfezionato, vengono istituiti i famosi otto uffici territoriali nelle aree omogenee che istruiranno le pratiche dei Comuni minori. Resta un po' vaga la definizione dei due uffici speciali (uno per L'Aquila e uno per gli altri Comuni) anche se il governo pare si sia convinto (e ci sarà un ordine del giorno di "raccomandazione") che questi uffici dovranno far capo soprattutto ai Comuni. C'è poi la questione del bilancio del Comune dell'Aquila che ha bisogno di 30 milioni di euro. Ieri il sindaco Cialente ha passato alcune ore della giornata a strepitare con gli uffici del Tesoro che non volevano sganciare un euro. Per adesso ci sarà una proroga all'approvazione del bilancio poi quei 30 milioni in qualche modo si troveranno.

Le seconde case saranno tutte (quindi anche quelle dei borghi) finanziate se sono dentro aggregati. Gli edifici singoli (non prima abitazione ma per esempio seconda casa o attività produttiva) di un unico proprietario saranno finanziati se si trovano dentro il centro storico dell'Aquila, in questo caso l'appalto sarà pubblico e quindi affidato al Comune (nel testo ricompare la parola contributo al posto di indennizzo). Per le case con le stesse caratteristiche negli altri centri storici per adesso nulla anche se il governo ha lasciato qualche spiraglio per quando i tempi saranno migliori. Restano tutte quelle procedure (programmi integrati ad esempio) che prevedono sempre il ricorso all'appalto pubblico. C'è il no anche all'estensione dei fondi del de minimis a tutti i Comuni del cratere. Confermata la norma sulla incompatibilità fra l'essere amministratore di un ente e progettista di lavori sui quali l’ente ha un ruolo. Questa parte è stata contestata da Mantini . (g.p.)

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