LFoundry, c’è lo stop agli scioperi Si punta al tavolo della trattativa 

Ieri il summit al Comune con il senatore Liris e poi l’incontro tra sindacati e vertici dello stabilimento Dall’azienda per ora nessun dietrofront, ma le maestranze spingono per arrivare allo stato di crisi

AVEZZANO. Stop agli scioperi, almeno per ora. La mobilitazione dei lavoratori di LFoundry, per i quali è stato dichiarato lo stato di agitazione, si sposta ora sui tavoli di trattativa. Ieri doppio appuntamento. Prima il summit in Comune alla presenza del senatore Guido Quintino Liris, poi l’incontro tra le Rsu, i sindacati e i vertici dello stabilimento, definito «preparatorio» rispetto al vertice in Regione, atteso giovedì. Nessun dietrofront dall’azienda, per ora. E i sindacati spingono per lo stato di crisi.
IL SUMMIT CON LIRIS
Ieri mattina la visita del senatore Liris in municipio, dove è stato accolto dal sindaco Gianni Di Pangrazio e dai rappresentanti sindacali per discutere della vertenza. «È da fine luglio che sono al lavoro per individuare canali ministeriali di finanziamento. A tal riguardo ci sono due progetti molto importanti che possono garantire risorse per circa 5 milioni di euro. Questi fondi mirano a fornire agibilità economico-finanziaria all’azienda, ma devono essere parte di un piano industriale che tuteli i livelli occupazionali e promuova uno sviluppo sostenibile», ha affermato. Si è parlato dei tagli imminenti al personale e della necessità di strutturare una visione concreta per la stabilità occupazionale e il rilancio industriale, che sappia garantire il ricambio generazionale e gestire la problematica della diversificazione produttiva. «C’è un dialogo costante con Magnacca e Santangelo, perché questa situazione può trovare soluzioni nell’immediato attraverso gli strumenti della Regione, come i cuscinetti sociali che andrebbero ad ammortizzare la crisi a stretto giro. Ma pur sempre a completamento di una più ampia azione di programmazione da fare tutti insieme con l’azienda», ha concluso Liris.
E QUELLO CON L’AZIENDA
A seguire il tavolo di lavoro a cui hanno partecipato Alessandro Albertini e Fabrizio Felli dell’ufficio Risorse Umane di LFoundry e Giulio Sanità di Confindustria, oltre alle Rsu di stabilimento e ai sindacati. Dialogo collaborativo, sebbene l’azienda abbia mantenuto salda la propria posizione rispetto al Piano industriale ribattezzato “L’opportunità oltre la difficoltà”, che prevede 134 esuberi dal primo gennaio, il demansionamento di 80 dipendenti e l’esternalizzazione dei servizi, tra cui l’help desk (sportello di assistenza). «L’azienda ha ribadito la strada presentata in sede ministeriale», spiega Roberto Di Francesco, Rsu e segretario provinciale Fiom-Cgil. «Si dice aperta a possibili soluzioni, purché siano a costo zero. Chiedono a noi risposte, che però devono arrivare dalla politica, intesa come politica governativa. La Giorgia Meloni parlamentare è stata eletta in questo collegio con il 51,49% delle preferenze a fronte del sostegno che lei stessa ha chiesto in questo territorio. Per questo oggi si deve impegnare in prima persona a risolvere la vertenza».
LE SFIDE SUL TAVOLO
Tra le proposte avanzate nei scorsi giorni quella relativa ai prepensionamenti, che l’azienda non ha bocciato. «I rappresentanti aziendali non hanno chiuso il dialogo rispetto a questa possibilità, che però non può rappresentare la soluzione nell’immediato». Lo spiega Alessandro Maurizi (Fim-Cisl). «Si può valutare da qui a giugno, garantendo tempistiche, anche tecniche, per consentire le giuste verifiche di fattibilità. Ma da qui ad allora come ci comportiamo? Una delle soluzioni è senz’altro l’apertura dello stato di crisi». C’è preoccupazione, poi, riguardo le future commesse. «Siamo molto preoccupati da questo punto di vista». Interviene Andrea Campione (Uilm-Uil). «Chiediamo che venga strutturato un Piano credibile, che sia di sviluppo».
©RIPRODUZIONE RISERVATA