Liris: vanno cambiati i vincoli ambientali dopo il caso-Ovindoli 

L’assessore regionale: «Sentenza ideologica che condanna l’Abruzzo a restare nelle retrovie dello sviluppo turistico»

OVINDOLI. «Una sentenza ideologica che condanna l’Abruzzo a restare nelle retrovie dello sviluppo turistico». E, ancora: «Va aperto un confronto istituzione perché è tempo di rivedere i vincoli ambientali nelle aree maggiormente vocate al turismo, sull’esempio di Veneto, Trentino e Friuli». Parole di Guido Liris, assessore al Bilancio e alle Aree interne della Regione Abruzzo.
Liris, al termine dell’incontro avuto ieri con il sindaco di Ovindoli, Angelo Ciminelli, si è espresso in modo netto sulla sentenza del Tar che ha bloccato la realizzazione di tre nuovi impianti di risalita (seggiovie quadriposto) e sette nuove piste da sci di lunghe tra 400 e 800 metri classificate con vari livelli di difficoltà. Un progetto da 13 milioni. I giudici amministrativi hanno accolto le tesi delle associazioni ambientaliste, sostenendo che lavori di questa portata sarebbero stati impattanti, mettendo a repentaglio flora e fauna, in particolare la vipera ursinii.
«L’Avvocatura della Regione Abruzzo», sottolinea Liris, «è già a lavoro per predisporre il ricorso alla sentenza con cui il Tar ha annullato le autorizzazioni concesse dalla Regione e dal Comune di Ovindoli per i nuovi impianti sciistici che avrebbero collegato quel comprensorio con Campo Felice. La sentenza dei giudici amministrativi è ideologica e condanna il territorio a restare nelle retrovie dello sviluppo turistico. Auspico che sia la volta buona affinché le istituzioni a tutti i livelli aprano una profonda riflessione, sollecitata da anni da operatori e associazioni, sui vincoli ambientali che insistono in gran parte delle aree maggiormente vocate al turismo della provincia dell’Aquila e che ne impediscono uno sviluppo sereno. Con il collegamento tra i due comprensori sciistici, l’area dell’Altopiano delle Rocche sarebbe divenuta concorrenziale con le stazioni più blasonate del Nord Italia, costituendo un’offerta turistica importante».
«Il rispetto per l’ambiente non deve precludere lo sviluppo delle aree interne e limitare il benessere delle comunità che le vivono», aggiunge Liris, «basti pensare che sulle Dolomiti, dichiarate patrimonio dell’Unesco, è presente uno dei comprensori sciistici più importanti d’Italia e, forse, d’Europa. Una storia lunga oltre un secolo, in una regione in cui si è brillantemente saputo coniugare tutela e conservazione da un lato e sviluppo dall’altro, una mediazione che in Abruzzo sembra non riuscirsi a trovare. Davanti a sentenze come quella emessa dal Tar dell’Aquila, tuttavia, non ci sentiamo di doverci rassegnare. Chi come noi è fermamente convinto che la tutela dell’ambiente sia una prerogativa, ma è altrettanto consapevole che non possono continuare ad esistere divari così importanti e opportunità tanto diverse tra chi vive in alcune aree e chi in altre, farà di tutto per invertire la rotta. Amareggia», aggiunge Liris, «osservare come sia destinata a perdurare una doppia velocità tra lo sviluppo delle nostre montagne, l’Altopiano delle Rocche così come il Gran Sasso, dove da anni Sic e Zps impediscono qualsiasi progetto, e quelle dell’arco alpino, dove si è saputo coniugare la conservazione di paesaggi mozzafiato con la pratica dello sci. Non ci rassegniamo a consentire ulteriori ostacoli allo sviluppo», conclude l’assessore, «apriremo un confronto anche con il Cai perché progetti così importanti, il cui impatto ambientale è stato valutato positivamente dalla Regione e ingenti finanziamenti sono stati intercettati, non possono continuare a finire su un binario morto». (r.rs.)
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