IL LUTTO
Luco piange il mitico Jaguarone: una vita dedicata al calcio locale
Già giocatore e dirigente dell’Angizia, nel 1977 fondò la seconda società che divise i tifosi del paese Aveva 93 anni. Fruttivendolo di professione, vendeva cocomeri per sostenere le Feste dei lavoratori
LUCO DEI MARSI. Il mondo dello sport marsicano in lutto per la scomparsa di Loreto Di Gianfilippo detto Jaguarone. Si è spento ieri all’età di 93 anni. Determinato, pronto a ogni sfida e soprattutto grande amante dello sport, riuscì a far appassionare centinaia di bambini al calcio e a riempire ogni domenica le tribune del campo. Erano gli anni Quaranta quando Di Gianfilippo iniziò ad avvicinarsi al mondo del pallone, prima da calciatore, poi da dirigente. Arrivò anche a Reggio Calabria per un provino con la Reggina. Ma il suo amore era per la maglia del Luco. Fino al ‘56 quando si ruppe il menisco e fu costretto a fermarsi. Lontano dal campo, però, non sapeva stare. Così, parallelamente alla sua attività di fruttivendolo, nel 1964 riuscì a mettere su una piccola squadra, di cui facevano parte anche i figli Roberto, Oscar e Giovanni. La mattina con il suo motocarro Ape andava a vendere la frutta e il pomeriggio faceva il giro del paese, caricava i bambini e li portava al campo ad allenarsi. A sue spese, infatti, utilizzando delle porte di legno, era riuscito a risistemare il campo.
Nel 1974 riuscì ad arrivare alla promozione con la nuova squadra affidata al presidente Biagino Venditti. Nel 1977 fondò la polisportiva Jaguar. Un’altra realtà calcistica, in una specie di derby con l’Angizia Luco che divise il paese. Di Gianfilippo continuò a credere nel progetto e investì anche in un terreno alle porte di Luco dove far allenare la squadra che negli anni ‘90 approdò in Prima categoria.
«Sono stato tanti anni al suo fianco», è il ricordo di Antonello Gallese, «quando ero piccolo, era il nostro allenatore. Ci portava in giro in tutta la Marsica e conservo dei bellissimi ricordi. Quando sono diventato allenatore della Jaguar, Loreto veniva ogni pomeriggio a guardare gli allenamenti, mi dava qualche consiglio e portava la frutta per tutti i bambini. L’amore che nutriva per il calcio gli fece sacrificare la società Jaguar per due volte allo scopo di salvare l’Angizia. Era un uomo unico».
Con idee politiche di sinistra, sempre pronto ad aiutare il prossimo, in tanti lo ricordano a vendere cocomeri alla Festa del primo maggio a Luco per sostenere l’evento o per dare il proprio contributo per le altre manifestazioni organizzate in paese.
«Era sempre vicino alle attività della sezione», spiega Camillo Cherubini, presidente del Comitato primo maggio ed ex sindaco, «era una persona socialmente impegnata e non mancava mai alle feste del primo maggio. Quando ero giovane, me lo ricordo in prima linea, non perdeva mai l’occasione per dare il suo contributo».
Di Gianfilippo è deceduto nell’ospedale di Avezzano. Lascia la moglie e i tre figli.
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