«Ma nessuno potrà ridarmi il mio Luigi»
La madre del ragazzino di Trasacco che ha perso la vita: la giustizia sta facendo il suo corso
TRASACCO. «La giustizia sta facendo il suo corso, ma nessuno potrà restituirmi mio figlio». Questo il commento di Lucia Catarinacci alla notizia dell’arresto dell’ex rettore del Convitto nazionale dove il sei aprile del 2009 persero la vita il figlio Luigi Cellini e altri due ragazzi ospiti della struttura. Livio Bearzi, l’ex preside del Convitto, dovrà scontare in carcere la condanna, ormai definitiva dopo il pronunciamento della Cassazione, a quattro anni di reclusione.
Poche parole, quelle pronunciate da Lucia Catarinacci che all’indomani della sentenza della Cassazione, aveva rilasciato un commento “amaro” al nostro giornale. «Mio figlio avrebbe potuto salvarsi», aveva detto disperata la mamma di Trasacco. «Quella notte sarebbe bastata una telefonata da parte del preside nell’imminenza delle scosse e saremmo corsi a riprenderlo. E per questa negligenza ora sono condannata a piangerlo per sempre. Provo tanta rabbia e anche sgomento quando penso agli altri due ragazzi stranieri morti con il mio Luigi che aveva solo 16 anni». Quella notte, oltre al ragazzo di Trasacco, nel crollo del Convitto – provocato dal tremendo sisma che ha distrutto la città e causato la morte di 309 persone – hamnno perso la vita anche Ondreiy Nouzovsky e Marta Zelena, anche loro giovanissimi studenti.
È questo il primo processo per i crolli del terremoto a chiudere definitivamente il suo iter. Lucia Catarinacci, assistita in questi anni dagli avvocati Antonio Milo e Stefano Rossi, ha sempre parlato di gravi omissioni e negligenze. «I giudici ci hanno dato ragione, è stata resa giustizia alla memoria di mio figlio e degli altri ragazzi deceduti con lui». Poi il pensiero per i superstiti. «Non dobbiamo dimenticarli perché anche per loro sarà difficile cancellare quella tragedia».
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