Macerie, per l’ex Teges proroga in vista

Si candidano gli impianti di Notaresco e Mosciano, spunta anche un sito a Roio.

L’AQUILA. Le macerie saranno portate all’ex Teges anche dopo il 31 dicembre. Sta per arrivare un’ordinanza che stabilisce la proroga dell’autorizzazione a conferire le macerie all’interno del deposito temporaneo dell’ex cava che si trova in territorio comunale di Paganica.

LA SCADENZA. A meno di due settimane dalla scadenza la Protezione civile sta lavorando, infatti, a una proroga che eviterebbe la paralisi della rimozione delle macerie che, attualmente, vengono trattate soltanto all’interno del sito ex Teges. Tuttavia, entro la prossima settimana si dovrebbero conoscere gli altri siti disponibili sul territorio per depositare i resti derivanti da crolli e demolizioni e il materiale delle ristrutturazioni. La previsione è di tre milioni di metri cubi di macerie, per un peso complessivo che sfiora i quattro milioni di tonnellate. Se non si liberano, in tempi ragionevoli, strade e piazze dalle macerie la ricostruzione vera della città e dei centri del circondario devastati dal terremoto non partirà mai.

RIUNIONE SALTATA. La neve ha bloccato il vertice previsto in Regione. Alcuni tecnici che fanno parte del comitato, che si sarebbe dovuto insediare ufficialmente proprio nella giornata di ieri, non sono riusciti a raggiungere il luogo dell’incontro. Rinviata, pertanto, l’audizione del presidente dell’Ordine degli Ingegneri Paolo De Santis, che ha proposto di portare le macerie fuori regione, così come quella dei cavatori abruzzesi e dei rappresentanti dell’associazione costruttori e dell’Anci. Tuttavia, l’attività dei tecnici non si è interrotta. Infatti in queste ore si stanno valutando anche quattro nuove offerte di siti che sono pervenute alla Regione. Si tratta di proposte da parte di ditte del Teramano.

In particolare, sono stati messi a disposizione due siti, uno nel territorio comunale di Notaresco e l’altro ricadente in quello di Mosciano Sant’Angelo. Queste proposte, formulate da parte di cavatori, vanno ad aggiungersi alle 17 già depositate alla Regione, dalle quali sono state estrapolate sette soluzioni per cui sono in corso le necessarie verifiche. Ma non ci sono soltanto siti fuori provincia per i quali si valuta l’idoneità a trasformarli in centri di trattamento delle macerie. Infatti, tra le tante, si sta valutando anche la disponibilità di un’area che si trova poco distante dalla frazione di Roio, in una vecchia cava ormai dismessa. Nei primi giorni della prossima settimana, comunque, dovrebbero essere avviate le indagini geologiche definitive per dare l’ok ad almeno tre nuovi siti.

Secondo lo schema di lavoro fissato dal comitato nel corso dei precedenti incontri, devono essere individuati entro 30 giorni almeno altri tre siti da utilizzare come ulteriori impianti di deposito temporaneo e di recupero degli inerti, oltre ai siti per i progetti di ripristino ambientale di cave dismesse, demaniali e non, per la collocazione del materiale inerte recuperato dalle macerie. Inerti la cui quantità è stata stimata intorno ai 2,4 milioni di metri cubi. Oltre alle analisi speditive si effettuano verifiche anche sullo stato delle concessioni alle attività estrattive e delle relative polizze.

BARISCIANO. Nel sito di San Lorenzo di Barisciano, proposto dalla società «Edilizia generale D’Amico srl» di Casoli, potrebbero essere portati, stando a una prima stima, 200mila metri cubi di inerti. Il comitato tecnico, tra le altre cose, deve chiarire la posizione dell’offerta della Bleu di Lanciano, che parrebbe riferita allo stesso sito proposto dalla D’Amico che aveva indicato un’area lungo la statale 17 tra Barisciano e Castelnuovo.