Macerie, sindaci in rivolta
Smaltimento: dateci i mezzi o non ricostruiamo
L’AQUILA. «No a chi va in cerca dell’affare». Il giorno dopo la riunione nella quale si sono trovati davanti, mischiata a una platea di amministratori e tecnici, un’azienda fortemente interessata ad assicurarsi le macerie, i sindaci del cratere fanno quadrato. Sonora bocciatura della proposta di portare gli inerti alla discarica di Santa Lucia, dove la marsicana Aciam vorrebbe fare pure il trattamento.
PERCHE’ NO. «Dateci i mezzi per gestire questa situazione così complicata e noi cercheremo di affrontarla nel modo migliore possibile. Se non rimuoviamo, è certo che la ricostruzione non avverrà mai». Il sindaco di Navelli Paolo Federico è tra gli amministratori fortemente interessati al problema delle macerie. Mezza Civitaretenga, frazione del suo Comune, è venuta giù. E le macerie sono tutte lì. Il problema è lo stesso di altri paesi come Fossa. Il vicesindaco Giacomino Di Marco condivide la presa di posizione di Gianni Costantini di San Pio delle Camere («Le macerie ad Avezzano? Roba da matti»). «Chi va in cerca dell’affare del secolo non troverà spazio da noi», dice Di Marco, di professione ingegnere. «Gli inerti, una volta tolte le pietre, gli imbotti, l’amianto, ce le possiamo tenere nei nostri territori. Non sono rifiuti, sono inerti. Che fastidio danno? Anzi, se si semplificano le procedure possiamo riempire le nostre buche. Se l’obiettivo è il contenimento dei costi, la scelta migliore è quella di optare comunque per la soluzione interna. E facciamo lavorare le nostre piccole imprese al trasporto e alla selezione. La proposta dell’Aciam? Per com’è stata formulata in quella riunione è sembrata come la soluzione finale, già assunta senza discussione alcuna. Ma noi sindaci vogliamo contare e decidere in piena autonomia anche su questo. Mercoledì lo diremo a Chiodi: vogliamo essere protagonisti della ricostruzione».
PERCHE’ SÌ. L’Aciam, finita nel mirino dei sindaci, si difende e spiega con le parole del presidente Luigi Ciaccia. «Noi abbiamo una discarica per inerti disponibile, quella di Santa Lucia. Siamo pronti a ospitare nella migliore delle condizioni questo problema dell’Aquila. Abbiamo solo offerto la disponibilità, la Regione sapeva tutto perché conosce la situazione impiantistica della provincia. Non ho partecipato all’incontro col prefetto che forse, lo ammetto, è stata una fuga in avanti essendo quella una sede istituzionale. In certi casi, ci può essere il rischio che la disponibilità possa essere sempre fraintesa da parte di qualcuno. Ma questo è un problema successivo. La cosa che, secondo me, è da tenere in considerazione è che per quel tipo di rifiuto, gli inerti, un sito a 35-40 chilometri dall’Aquila mi sembra una soluzione praticabile e per questo l’abbiamo messa in campo. Ma i sindaci possono stare tranquilli sul fatto
PERCHE’ NO. «Dateci i mezzi per gestire questa situazione così complicata e noi cercheremo di affrontarla nel modo migliore possibile. Se non rimuoviamo, è certo che la ricostruzione non avverrà mai». Il sindaco di Navelli Paolo Federico è tra gli amministratori fortemente interessati al problema delle macerie. Mezza Civitaretenga, frazione del suo Comune, è venuta giù. E le macerie sono tutte lì. Il problema è lo stesso di altri paesi come Fossa. Il vicesindaco Giacomino Di Marco condivide la presa di posizione di Gianni Costantini di San Pio delle Camere («Le macerie ad Avezzano? Roba da matti»). «Chi va in cerca dell’affare del secolo non troverà spazio da noi», dice Di Marco, di professione ingegnere. «Gli inerti, una volta tolte le pietre, gli imbotti, l’amianto, ce le possiamo tenere nei nostri territori. Non sono rifiuti, sono inerti. Che fastidio danno? Anzi, se si semplificano le procedure possiamo riempire le nostre buche. Se l’obiettivo è il contenimento dei costi, la scelta migliore è quella di optare comunque per la soluzione interna. E facciamo lavorare le nostre piccole imprese al trasporto e alla selezione. La proposta dell’Aciam? Per com’è stata formulata in quella riunione è sembrata come la soluzione finale, già assunta senza discussione alcuna. Ma noi sindaci vogliamo contare e decidere in piena autonomia anche su questo. Mercoledì lo diremo a Chiodi: vogliamo essere protagonisti della ricostruzione».
PERCHE’ SÌ. L’Aciam, finita nel mirino dei sindaci, si difende e spiega con le parole del presidente Luigi Ciaccia. «Noi abbiamo una discarica per inerti disponibile, quella di Santa Lucia. Siamo pronti a ospitare nella migliore delle condizioni questo problema dell’Aquila. Abbiamo solo offerto la disponibilità, la Regione sapeva tutto perché conosce la situazione impiantistica della provincia. Non ho partecipato all’incontro col prefetto che forse, lo ammetto, è stata una fuga in avanti essendo quella una sede istituzionale. In certi casi, ci può essere il rischio che la disponibilità possa essere sempre fraintesa da parte di qualcuno. Ma questo è un problema successivo. La cosa che, secondo me, è da tenere in considerazione è che per quel tipo di rifiuto, gli inerti, un sito a 35-40 chilometri dall’Aquila mi sembra una soluzione praticabile e per questo l’abbiamo messa in campo. Ma i sindaci possono stare tranquilli sul fatto