Macerie, sito ex Teges da ampliare
Incontro in prefettura, vanno localizzate altre tre aree per lo stoccaggio.
L’AQUILA. L’ampliamento dell’ex Teges, la localizzazione di altri tre siti dove poter stoccare le macerie e l’esemplificazione delle procedure, a cominciare da quelle relative al trasporto. Questi i contenuti della bozza del documento, frutto del lavoro di un pool di tecnici, esaminato in un incontro che si è tenuto in prefettura. Un vertice che ha visto riuniti tutti i soggetti coinvolti - ovvero Protezione civile, Regione, Comuni, Provincia e la stessa Prefettura - nell’operazione di smaltimento degli oltre tre milioni di metri cubi di macerie. Una riunione (tenuta lunedì), servita a mettere a fuoco le modifiche da apportare al documento, che sarà ufficializzato domani, scaturito dall’esigenza di semplificare il quadro normativo anche in vista del passaggio alla Regione dei compiti di coordinamento. Sarà un tavolo tecnico ad affrontare e gestire la partita legata alle macerie. Un «tavolo» che lavorerà per step e la cui attività sarà sottoposta a continue verifiche.
Tra le priorità indicate, l’ampliamento dell’ex Teges e l’individuazione di altri tre siti dove poter conferire e stoccare le macerie. Quindi la rivisitazione degli aspetti normativi per poter snellire le procedure di affidamento, di recupero e di smaltimento. Cosa che dovrebbe avvenire attraverso la predisposizione di uno schema procedurale da poter replicare. Il documento individua pure un iter veloce e semplificato sia per la selezione delle ditte che per l’affidamento degli incarichi. Una semplificazione che dovrebbe tradursi anche nella possibilità, per le ditte che effettuano le demolizioni, di provvedere direttamente al conferimento delle macerie nei siti. Poi l’aspetto relativo al recupero degli inerti, un’attività finora legata a un tetto che sarà ampliato. Intanto, il primo dicembre si terrà un seminario proprio sulle cifre da capogiro che ruotano intorno alle macerie del terremoto.
Una quantità stimata in oltre 3 milioni di metri cubi, pari a 4,5 milioni di tonnellate; il costo del trasporto in discarica è di 45 milioni di euro e circa 60 quello per il loro smaltimento parziale. Attualmente le macerie costituiscono uno dei principali problemi della ricostruzione. Un problema che potrebbe, però, trasformarsi in un’opportunità. «L’Aquila rinasce dalle macerie» è, infatti, il tema del seminario - promosso dal Comune e dal giornale on line Rinnovabili.it - il cui obiettivo è quello di tracciare un percorso scientifico e concreto, «affinché» sostengono i promotori «la ricostruzione rappresenti un esempio virtuoso di sostenibilità, trasformando così un evento tragico in un’opportunità sociale ed ambientale per il territorio».
Tra le priorità indicate, l’ampliamento dell’ex Teges e l’individuazione di altri tre siti dove poter conferire e stoccare le macerie. Quindi la rivisitazione degli aspetti normativi per poter snellire le procedure di affidamento, di recupero e di smaltimento. Cosa che dovrebbe avvenire attraverso la predisposizione di uno schema procedurale da poter replicare. Il documento individua pure un iter veloce e semplificato sia per la selezione delle ditte che per l’affidamento degli incarichi. Una semplificazione che dovrebbe tradursi anche nella possibilità, per le ditte che effettuano le demolizioni, di provvedere direttamente al conferimento delle macerie nei siti. Poi l’aspetto relativo al recupero degli inerti, un’attività finora legata a un tetto che sarà ampliato. Intanto, il primo dicembre si terrà un seminario proprio sulle cifre da capogiro che ruotano intorno alle macerie del terremoto.
Una quantità stimata in oltre 3 milioni di metri cubi, pari a 4,5 milioni di tonnellate; il costo del trasporto in discarica è di 45 milioni di euro e circa 60 quello per il loro smaltimento parziale. Attualmente le macerie costituiscono uno dei principali problemi della ricostruzione. Un problema che potrebbe, però, trasformarsi in un’opportunità. «L’Aquila rinasce dalle macerie» è, infatti, il tema del seminario - promosso dal Comune e dal giornale on line Rinnovabili.it - il cui obiettivo è quello di tracciare un percorso scientifico e concreto, «affinché» sostengono i promotori «la ricostruzione rappresenti un esempio virtuoso di sostenibilità, trasformando così un evento tragico in un’opportunità sociale ed ambientale per il territorio».