Mancini all’attacco: basta con il Cas e gli affitti concordati

Il consigliere comunale: ci sono alloggi liberi nel piano Case vengano assegnati e si risparmi su altre forme di assistenza

L’AQUILA. Basta con il Cas (contributo di autonoma sistemazione), gli affitti concordati e il fondo immobiliare: le abitazioni libere del Progetto Case e dei Map devono essere utilizzate per ridurre quanto più possibile queste forme di assistenza. Ad alzare la voce è il consigliere comunale dell’Italia dei valori-L’Aquila oggi Angelo Mancini, che contesta la delibera di giunta dello scorso 26 luglio, con cui sono stati introdotti i nuovi criteri di assegnazione degli alloggi antisismici e non esclude la possibilità di una segnalazione alla Corte dei conti.

«Anziché ridurre le spese, eliminando a mano a mano le forme di assistenza più onerose», spiega il consigliere, «si fa pagare l’affitto a chi abita nei complessi antisismici e si continua a finanziare chi invece usufruisce di Cas, creando profonde disparità tra i cittadini». In conferenza stampa, insieme a Mancini, anche Grazia Schiavi, una maestra aquilana che avrebbe subìto in prima persona gli effetti negativi della delibera di giunta «mai approvata dal consiglio», sottolinea Mancini. «Lei, come molti altri, dopo il terremoto, pur avendo una casa inagibile in città, è stata costretta a trasferirsi nella sua abitazione di Rocca di Mezzo, poiché la disponibilità di quest’ultima non le dava diritto all’assistenza», spiega il consigliere. «Dopo qualche tempo ha deciso di tornare all’Aquila, prendendo in affitto un appartamento, a un prezzo molto alto». Un affitto che la maestra è costretta a pagare ancora oggi, poiché la sua situazione non è prevista nella delibera del luglio scorso. L’atto, infatti, distribuisce gli alloggi antisismici disponibili per il 30% alle nuove coppie, per un ulteriore 30% ai «casi sociali» solo per il 20% ai passaggi dal Cas e per il restante 20% ad altre casistiche. «Di affitti concordati e fondo immobiliare non si parla e per i Cas si riserva una minima parte. Non solo: per chi ha una casa fuori città, entro 30 chilometri, e non ha avuto aiuti fin dall’inizio, non è previsto niente», dice Mancini. «In tal modo non si riduce la spesa pubblica».

Michela Corridore

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