Mario Fratti, festa di compleanno all'Aquila
In Comune lo sceneggiatore che vive in Usa: finalmente apprezzato nella mia città
L'AQUILA. «Questa iniziativa ha annullato il mio status di “nemo profeta”, ora mi sento finalmente riconosciuto e apprezzato dalla mia città». Mario Fratti ha esordito così nel suo discorso, in occasione della festa organizzata a Palazzo Margherita, per i suoi ottant'anni. Una festa che ha permesso alla città di riscoprire uno dei personaggi più noti oltre Oceano. Comune e Provincia, rappresentati dal sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, e dal presidente, Stefania Pezzopane, hanno reso omaggio al drammaturgo aquilano, che vive a New York. Un appuntamento a cui in molti, tra appassionati e rappresentanti di associazioni culturali, non hanno voluto rinunciare. Un momento che ha reso Fratti orgoglioso, «finalmente», della sua città.
«L'Aquila comincia ad accorgersi di avere dei grandi figli in giro per il mondo», ha esordito Stefania Pezzopane, aprendo i festeggiamenti nella sala consiliare di Palazzo Margherita, dove tra il pubblico c'era uno dei figli di Fratti, Mirko, che lo ha accompagnato dagli Usa, mentre uno dei fratelli del drammaturgo, Gustavo, vive all'Aquila, nel quartiere di San Sisto. «Oggi, le amministrazioni locali iniziano un nuovo percorso per mettere al centro dell'attenzione le nostre grandi personalità sparse per il mondo, per rafforzare e recuperare le relazioni con le sue prestigiose risorse culturali che onorano L'Aquila all'estero. Mario Fratti», ha aggiunto la Pezzopane, «è un aquilano e un abruzzese verace, anche se vive in America ormai da anni. Siamo orgogliosi di averlo come concittadino, parlo anche come presidente del Tsa». Valutazioni condivise dal sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente: «La mia mente torna indietro a qualche anno fa», ha dichiarato il primo cittadino, «quando incontrammo Fratti all'Istituto italiano di cultura. Io ero al seguito di una delegazione dell'Accademia dell'Immagine, che era stata invitata al Guggenheim. Siamo tutti rimasti affascinati dall'incontro con Fratti e siamo felici di averlo qui oggi, in vesti e ruoli diversi da allora». Nel prendere la parola, non prima di avere visto i regali di compleanno, lo sceneggiatore ha raccontato la sua esperienza emotiva e professionale, nel teatro e in America.
«Mi sono trovato sempre molto bene a lavorare», ha detto, «grazie alla mia capacità di saper persistere. Non è stato facile, d'altra parte New York è un po' la città delle avanguardie, un periodo si va in scena in un modo, un periodo in un altro».
Fratti, tuttavia, ha cercato di mantenere intatta la sua linea artistica. «Ho voluto mantenere il mio stile», ha spiegato, «inserendo nelle mie opere degli elementi che riportano alla mia terra. I miei personaggi sono gente qualunque e nel tessuto narrativo cerco di tirare in ballo fattori ben noti agli europei, come la lotta di classe e la tensione per la libertà». Una libertà, però, più economica che filosofica. «Sono convinto che quella finanziaria», ha commentato, «sia la vera libertà. In questo mondo, possiamo definire libero solo chi ha uno stipendio ed è economicamente emancipato». Ai giovani, Fratti ha detto «di andare avanti, guardando sempre il bicchiere mezzo pieno, se oggi non venite accettati, domani lo sarete».
«L'Aquila comincia ad accorgersi di avere dei grandi figli in giro per il mondo», ha esordito Stefania Pezzopane, aprendo i festeggiamenti nella sala consiliare di Palazzo Margherita, dove tra il pubblico c'era uno dei figli di Fratti, Mirko, che lo ha accompagnato dagli Usa, mentre uno dei fratelli del drammaturgo, Gustavo, vive all'Aquila, nel quartiere di San Sisto. «Oggi, le amministrazioni locali iniziano un nuovo percorso per mettere al centro dell'attenzione le nostre grandi personalità sparse per il mondo, per rafforzare e recuperare le relazioni con le sue prestigiose risorse culturali che onorano L'Aquila all'estero. Mario Fratti», ha aggiunto la Pezzopane, «è un aquilano e un abruzzese verace, anche se vive in America ormai da anni. Siamo orgogliosi di averlo come concittadino, parlo anche come presidente del Tsa». Valutazioni condivise dal sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente: «La mia mente torna indietro a qualche anno fa», ha dichiarato il primo cittadino, «quando incontrammo Fratti all'Istituto italiano di cultura. Io ero al seguito di una delegazione dell'Accademia dell'Immagine, che era stata invitata al Guggenheim. Siamo tutti rimasti affascinati dall'incontro con Fratti e siamo felici di averlo qui oggi, in vesti e ruoli diversi da allora». Nel prendere la parola, non prima di avere visto i regali di compleanno, lo sceneggiatore ha raccontato la sua esperienza emotiva e professionale, nel teatro e in America.
«Mi sono trovato sempre molto bene a lavorare», ha detto, «grazie alla mia capacità di saper persistere. Non è stato facile, d'altra parte New York è un po' la città delle avanguardie, un periodo si va in scena in un modo, un periodo in un altro».
Fratti, tuttavia, ha cercato di mantenere intatta la sua linea artistica. «Ho voluto mantenere il mio stile», ha spiegato, «inserendo nelle mie opere degli elementi che riportano alla mia terra. I miei personaggi sono gente qualunque e nel tessuto narrativo cerco di tirare in ballo fattori ben noti agli europei, come la lotta di classe e la tensione per la libertà». Una libertà, però, più economica che filosofica. «Sono convinto che quella finanziaria», ha commentato, «sia la vera libertà. In questo mondo, possiamo definire libero solo chi ha uno stipendio ed è economicamente emancipato». Ai giovani, Fratti ha detto «di andare avanti, guardando sempre il bicchiere mezzo pieno, se oggi non venite accettati, domani lo sarete».