Marrocchi voleva il posto al Centro turistico in crisi
Spunta una lettera con le richieste di uno degli indagati alla senatrice Pezzopane «Ti sarei grato se ti attivassi per potermi collocare in una partecipata del Comune»
L’AQUILA. Un posto al Centro turistico Gran Sasso.
O, in subordine, una partecipata del Comune, della Provincia, della Regione. Aveva scelto anche il posto di lavoro Gianfranco Marrocchi, che nel curriculum vitae si definisce, tra l’altro, cattolico praticante e che, da fotografo, editore, creativo ed esperto d’immagine ha accumulato due pagine intere di incarichi e mansioni professionali in Italia e all’estero. Ma che a un certo punto si trova in una situazione di difficoltà tanto da dover chiedere un favore a un politico, «dopo avergliene fatto un altro».
Insomma, quando uno degli indagati principali nell’ambito dell’inchiesta su un doppio tentativo di estorsione ai danni della parlamentare del Partito Democratico Stefania Pezzopane e dell’ex presidente della giunta regionale Gianni Chiodi arriva all’Aquila per incontrare la sua interlocutrice, crede di poter risolvere il suo problema senza ulteriori affanni. Ne parla a voce alla senatrice, ma poi mette nero su bianco i suoi desiderata in una lettera datata 21 ottobre 2014, che contiene alcuni passaggi surreali. Finita agli atti dell’indagine ormai chiusa.
«TUTTI COME TE». «Il nostro incontro mi ha piacevolmente colpito, sia professionalmente sia umanamente. Complimenti, i “potenti” dovrebbero essere tutti come te». Dopo aver riempito di complimenti la senatrice (oggetto, poi, di contumelie nelle intercettazioni telefoniche riportate in altre carte dell’inchiesta dopo che il posto di lavoro è svanito), Marrocchi arriva subito al sodo. Prima illustra nei dettagli un progetto a sfondo sociale contro l’uso di droga da parte dei giovani e a favore del divertimento responsabile, per il quale chiede un finanziamento. Lo slogan è questo: «Chi è figo balla...chi è sfigato sballa». Poi l’editore di Tvpiù dice chiaro e tondo: voglio un lavoro. Ecco uno dei passaggi-chiave: «Parallelamente a tale progetto, ti sarei più che grato se ti attivassi per potermi collocare (sia nel ruolo di esperto di comunicazione, di marketing, di spettacolo e di promozione d’immagine, sia in altro ruolo che tu ritieni maggiormente adatto e opportuno) in una delle varie partecipate del Comune e della Provincia dell’Aquila (o di altra struttura pubblica o privata della Regione)». E ancora: «Visto che c’è necessità di rilanciare il turismo (sia a livello regionale sia a livello locale) con idee e iniziative di alto spessore, ma dai costi e dagli investimenti bassissimi, ritengo potrei essere, sia per la mia comprovata esperienza e professionalità, sia per i miei infiniti contatti professionali, la persona ideale per poter portare avanti tali iniziative promozionali. Una società che, soprattutto in questo momento, ha necessità di promuovere quanto da lei gestito e amministrato è, ad esempio, il Centro turistico del Gran Sasso d’Italia partecipato al 100 per cento dal Comune dell’Aquila». Chissà se Marrocchi, quando scrive, è a conoscenza della crisi senza fine del Centro turistico.
«PUTTANATE VARIE». In un’altra intercettazione Marrocchi racconta a un interlocutore che «all’Aquila, adesso, hanno finanziato delle iniziative legate a forze sociali e puttanate varie che poi, che poi non fanno...allora in teoria 20-30mila, capito? ogni...ogni spot... ti danno 30mila euro...a questi ragazzi, 4 progetti sul web, gli hanno dato a uno 100mila a un altro 150mila...capito, gli hanno dato soldi veri».
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