Materna all’ex pretura bimbi a rischio amianto
La scuola si trova vicino a un vecchio capannone con copertura in eternit Nessuna risposta alla petizione promossa mesi fa dai cittadini allarmati
TAGLIACOZZO. Il trasferimento dei bambini dell’asilo comunale dall’edificio di via Cappadocia, ritenuto non idoneo, nei locali dell’ex pretura, ripropone un problema, di particolare gravità, di cui il Centro si è più volte occupato. Si tratta di una serie di capannoni industriali in disuso con copertura in eternit in disfacimento.
Le particelle di amianto che vi si sprigionano, trasportate dal vento, rappresentano un serio pericolo per la salute dei cittadini. I capannoni, purtroppo, oltre ad essere circondati da case, alcune di recente costruzione, si trovano a ridosso dei campi da tennis e dello stadio Leo Attili. Impianti sportivi frequentati anche da bambini, soggetti più a rischio. Come se ciò non bastasse, ora il Comune ha trasferito nell’edificio, che sorge proprio di fronte ai capannoni, anche gli oltre 100 bambini della scuola materna. La domanda che ci si pone è semplice: il rischio derivante dalla presenza di amianto è stato valutato o meno dalla giunta e dall’Ufficio tecnico al momento della scelta della localizzazione del nuovo asilo? Una domanda alla quale ora il sindaco, Maurizio Di Marco Testa, non può sottrarsi. Come purtroppo è accaduto in passato. A luglio, un gruppo di cittadini ha promosso una raccolta di firme. Ma nessuno in Municipio si è mosso. Una delegazione dei promotori della petizione si è recata allora dal prefetto, che si è impegnato a sollecitare il sindaco. Il 6 novembre, il prefetto, con una mail, ha informato Silvia Federici, della delegazione, che il sindaco gli aveva comunicato che avrebbe richiesto con urgenza alla Asl e all’Arta di accertare la pericolosità dei capannoni. Tali accertamenti sono stati fatti? Sembra proprio di no. Pochi giorni fa, infatti, la Federici, che il 22 ottobre scorso ha dovuto fare alla Asl un bonifico di 45 euro, come condizione per ottenere una sopralluogo, avendo chiesto conto del ritardo si è sentita rispondere che «c’è da aspettare, perché la fila è lunga». Può darsi che il sindaco sia riuscito a ottenere un sopralluogo da parte dell’Arta, che valutando l’entità nell’aria delle particelle di amianto che si sprigionano dai capannoni, sia arrivata alla conclusione che la popolazione non corre pericolo. Se così fosse, il sindaco renda subito pubblico l’esito degli accertamenti eseguiti. E la città tirerà un sospiro di sollievo. Se non è stato fatto alcun accertamento, dovrà spiegare, in primo luogo ai genitori dei bambini della materna, perché prima di trasferire la scuola nell’ex pretura, non abbia atteso l’ok dalle autorità competenti. E avere così la certezza che i piccoli non corrono alcun rischio.
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