Messina Denaro interrogato per tre ore
I pubblici ministeri di Palermo in trasferta nel supercarcere delle Costarelle: il boss ha deciso di rispondere alle domande
L’AQUILA. Il procuratore aggiunto di Palermo Paolo Guido e i pubblici ministeri della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo siciliano Piero Padova e Gianluca De Leo hanno interrogato ieri pomeriggio il capomafia Matteo Messina Denaro.
L’interrogatorio, che si è svolto all’interno del supercarcere dell’Aquila, in località le Costarelle di Preturo, in cui il boss di Castelvetrano è detenuto al 41 bis dal giorno della cattura avvenuta il 16 gennaio scorso, è durato tre ore.
Per il padrino, che finora non si è mai avvalso della facoltà di non rispondere, si tratta del terzo interrogatorio dall’arresto.
Nei mesi scorsi erano andati a sentirlo il procuratore della Repubblica di Palermo Maurizio de Lucia e l'aggiunto Paolo Guido. Mentre un secondo interrogatorio si era svolto davanti al giudice per le indagini preliminari Alfredo Montalto e al pubblico ministero De Leo nell’ambito di un procedimento penale in cui Messina Denaro è imputato di estorsione aggravata. .
È in quell’occasione che il boss di Cosa nostra ha cercato di “sminuire la gravità” di alcuni delitti commessi. Come l’uccisione di Antonella Bonomo, la fidanzata del boss di Alcamo, Vincenzo Milazzo. Venne assassinata pochi giorni dopo il compagno nel luglio del 1992: era incinta di tre mesi.
Davanti al gip, però, Messina Denaro ha sostenuto di “avere svolto ex post un’indagine, che, a suo dire, avrebbe accertato che la ragazza non era incinta”, come ha scritto Montalto nell’ordinanza di custodia cautelare di Laura Bonafede. Nella stessa occasione il boss delle stragi ha cercato di minimizzare le sue resposabilità anche per il caso del rapimento e dell’uccisione del piccolo Giuseppe Di Matteo, ammazzato quando aveva solo 12 anni. «Non ho dato l’ordine di uccidere il piccolo Giuseppe Di Matteo», ha detto il boss, scaricando le colpe su Giovanni Brusca, il boia della strage di Capaci con il quale ha sempre avuto un rapporto conflittuale.
Resta top secret, al momento, il contenuto dell’interrogatorio. Messina Denaro ieri, come nei precedenti «incontri» con i magistrati di Palermo, era assistito dall’avvocato Lorenza Guttadauro, sua nipote.