Metanodotto della Snam nuovo allarme dei comitati

L’incidente avvenuto in provincia di Arezzo ripropone la questione sicurezza Accuse alla Regione: ha rinunciato a costituirsi in giudizio contro il governo

SULMONA. La terza esplosione in meno di un anno di un metanodotto della Snam rimette in allerta i comitati cittadini per l’ambiente.

Gli ambientalisti, prendendo spunto dall’incidente avvenuto in provincia di Arezzo, in cui è esploso un metanodotto, rimettono al centro il problema sicurezza.

Intorno alle 5 di mattina un forte boato ha svegliato gli abitanti della Val Marecchia, con l’eco che è arrivato fino a 15 chilometri di distanza e una voragine che si è aperta per un cedimento strutturale della condotta della linea Rimini-Sansepolcro, di 26 pollici di diametro, (650 millimetri) e con pressione di 70 bar: poco più grande di quello esploso a Mutignano di Pineto, il 6 marzo scorso.

Non ci sono stati, a differenza di Mutignano, feriti, in quanto il gasdotto attraversa un tratto di campagna, ma le abitazioni sparse circostanti sono state comunque evacuate.

«Sono ormai frequenti questi episodi, dall’inizio dell’anno è il terzo dopo Mutignano e Roncade, per i quali si ripresenta in maniera preponderante il problema della sicurezza», ricordano i comitati. «Non possiamo che biasimare il comportamento della giunta regionale dell’Abruzzo che ha rinunciato a costituirsi in giudizio contro il governo che ha impugnato la legge regionale dell’8 giugno scorso che disciplina le distanze di sicurezza nella posa delle condotte, per garantire l’incolumità pubblica. La Regione, dopo la tragedia sfiorata a Mutignano, aveva tutti i requisiti per promuovere una proposta legislativa in parlamento che rivedesse la normativa nazionale». ©RIPRODUZIONE RISERVATA