Moduli removibili, grane per Cialente
Un gruppo di consiglieri: ritirare il bando sui siti scelti o proporremo la sfiducia.
L’AQUILA. La revoca del bando che individua i siti sui quali collocare i Moduli abitativi removibili (Mar) è una delle condizioni necessarie per ipotizzare il ritiro della proposta di sfiducia al sindaco Massimo Cialente. Lo hanno ribadito i consiglieri comunali, Enrico Perilli (Prc), Luigi D’Eramo (La Destra), Luigi Faccia (Impegno per L’Aquila) e Francesco Valentini (Pd). I Mar, a loro dire, sono un grande affare visto si prevede una spesa di 40 milioni. Per questi moduli abitativi una commissione di tecnici (Amorosi, de Nardis e Vendrame) ha individuato 5 siti: i Platani, tra Sant’Elia e Bazzano, (150 case mobili) su proposta della società Palmerini; Sassa scalo proposta dalla società H 16 Mazzanti (100); Preturo, su proposta della società Immobiliare Azzurra (150); nucleo di Bazzano, su proposta della Neon Impianti del gruppo Palmerini (50); e Sant’Elia, su proposta della società Toma, (50).
«Ma c’è una nota dell’avvocato Carlo Massacesi, presidente del Nucleo industriale» ha detto Enrico Perilli, «il quale dice che tre di quelle aree, in quanto dentro l’area industriale, non rientrano più nella disponibilità piena e assoluta dei rispettivi proprietari. Questi ultimi, quindi, non possono ritenersi legittimati alla messa a disposizione dei terreni». «A questa lettera si aggiunge quella del dirigente comunale dell’urbanistica Vittorio Fabrizi» prosegue, «il quale esamina tutti e cinque i siti con una palese stroncatura di questi quanto a idoneità per ragioni urbanistiche e di rispetto ambientale». «Ora» aggiunge, «se i proprietari dei terreni sui quali sono stati realizzati Progetto case e Map hanno dovuto accettare le espropriazioni e sono furiosi perchè ancora non sono stati pagati qui c’è una valorizzazione incredibile della proprietà: tutta l’operazione costerà 40 milioni alla protezione civile visto che si pagheranno ai titolari 34 euro al giorno per le quasi 900 persone ospitate nei Mar.
Si tratta di un vero business. Inoltre verifichiamo che il settore urbanistica è stato estromesso. Sarebbe stato opportuno dare subito al settore urbanistica, che ha le competenze, la possibilità di esaminare il bando. E poi nulla di questo passa in commissione o in consiglio comunale che viene tenuto all’oscuro di una scelta così fortemente impattante. Per questo chiediamo un nuovo bando e l’annullamento del vecchio». Poi una tempistica sospetta. C’è chi ha presentato la domanda, seguita da autorizzazione a svolgere nel sito attività di camping o villaggio turistico e il giorno dopo il bando prevedeva che uno dei requisiti decisivi è, per l’appunto, il poter svolgere attività turistica.
«E’ strano», ha commentato, Francesco Valentini, «che il sindaco sia poco presente al riguardo. A lui abbiamo chiesto una presa di posizione pubblica. Resta il fatto che si fanno le cose in assenza di condivizione e partecipazione. Il sindaco sminuisce il ruolo del consiglio comunale». «Temiamo» ha detto Luigi D’Eramo, «che in questo ente ci sia un meccanismo per il quale si fanno operazioni importamti all’insaputa della giunta».
«Ma c’è una nota dell’avvocato Carlo Massacesi, presidente del Nucleo industriale» ha detto Enrico Perilli, «il quale dice che tre di quelle aree, in quanto dentro l’area industriale, non rientrano più nella disponibilità piena e assoluta dei rispettivi proprietari. Questi ultimi, quindi, non possono ritenersi legittimati alla messa a disposizione dei terreni». «A questa lettera si aggiunge quella del dirigente comunale dell’urbanistica Vittorio Fabrizi» prosegue, «il quale esamina tutti e cinque i siti con una palese stroncatura di questi quanto a idoneità per ragioni urbanistiche e di rispetto ambientale». «Ora» aggiunge, «se i proprietari dei terreni sui quali sono stati realizzati Progetto case e Map hanno dovuto accettare le espropriazioni e sono furiosi perchè ancora non sono stati pagati qui c’è una valorizzazione incredibile della proprietà: tutta l’operazione costerà 40 milioni alla protezione civile visto che si pagheranno ai titolari 34 euro al giorno per le quasi 900 persone ospitate nei Mar.
Si tratta di un vero business. Inoltre verifichiamo che il settore urbanistica è stato estromesso. Sarebbe stato opportuno dare subito al settore urbanistica, che ha le competenze, la possibilità di esaminare il bando. E poi nulla di questo passa in commissione o in consiglio comunale che viene tenuto all’oscuro di una scelta così fortemente impattante. Per questo chiediamo un nuovo bando e l’annullamento del vecchio». Poi una tempistica sospetta. C’è chi ha presentato la domanda, seguita da autorizzazione a svolgere nel sito attività di camping o villaggio turistico e il giorno dopo il bando prevedeva che uno dei requisiti decisivi è, per l’appunto, il poter svolgere attività turistica.
«E’ strano», ha commentato, Francesco Valentini, «che il sindaco sia poco presente al riguardo. A lui abbiamo chiesto una presa di posizione pubblica. Resta il fatto che si fanno le cose in assenza di condivizione e partecipazione. Il sindaco sminuisce il ruolo del consiglio comunale». «Temiamo» ha detto Luigi D’Eramo, «che in questo ente ci sia un meccanismo per il quale si fanno operazioni importamti all’insaputa della giunta».