Molestava la cognata, stalker a giudizio
Ex agente penitenziario nei guai per aver inviato lettere hard alla donna e per tentate lesioni nei confronti del nipote
AVEZZANO. Inviava lettere hard alla cognata anche sul posto di lavoro, un istituto religioso, e la perseguitava con messaggi e pedinamenti. Ora è stato rinviato a giudizio dal gup Maria Proia su richiesta del pm Guido Cocco.
Si tratta di un uomo di 53 anni di Avezzano, ex agente di polizia penitenziaria. L’uomo era stato anche sottoposto a un provvedimento cautelare con divieto di avvicinamento alla donna e ai luoghi che frequentava. Gli agenti della squadra anticrimine del commissariato di Avezzano erano intervenuti dopo una serie di indagini e dopo aver raccolto molto materiale, tra cui una lettera molto offensiva e dai toni minacciosi.
Il giudice, oltre a proibire all’ex agente di custodia l’avvicinamento ai luoghi abitualmente frequentati dalla cognata, aveva imposto il divieto di comunicare con lei tramite qualsiasi mezzo, cellulari o lettere.
I fatti risalgono a giugno 2012 quando la donna si era rivolta al personale del commissariato in quanto ormai sfinita da numerose chiamate anonime, anche di notte. Alcune telefonate venivano fatte da una cabina telefonica. Il cognato, inoltre, inviava alla sorella della moglie anche lettere, sempre anonime, piene di insulti e volgarità. La donna le riceveva soprattutto sul posto di lavoro. La figlia della presunta vittima, inoltre, in due diverse occasioni, aveva notato lo zio entrare in una cabina telefonica. Proprio in quel momento la mamma aveva ricevuto una chiamata “muta”. Da un controllo era risultato che la telefonata proveniva proprio da quel numero telefonico, che corrispondeva alla cabina in questione, che si trova vicino alla stazione ferroviaria.
Un episodio simile era avvenuto da una cabina di Celano. In un’altra occasione, l’uomo – secondo l’accusa – avrebbe tentato di investire il nipote, ma lui era riuscito a spostarsi in tempo. Il 53enne è infatti accusato anche di tentate lesioni per l’investimento mancato. Sono numerosi, inoltre, gli episodi che vengono riportati nella denuncia della donna e che accusano il 53enne di aver messo in atto, nell’arco di un lungo periodo, numerosi atti persecutori che avevano finito per renderle la vita impossibile. Le indagini avviate dal personale della squadra anticrimine avevano portato poi all’individuazione del responsabile che ora dovrà presentarsi davanti al giudice del tribunale di Avezzano. Il 53enne è difeso dall’avvocato Roberto Verdecchia (nella foto). La donna e il figlio sono invece assistiti dall’avvocato Cesidio Di Salvatore.
Pietro Guida
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