Monte Greco, no agli impianti di risalita

Barrea, il Consiglio di Stato boccia il ricorso della Emmeti: salva l'area di ripopolamento

BARREA. L'orso marsicano vince in tribunale e ipoteca un pezzetto di territorio che un progetto voleva destinato ad una ragnatela di seggiovie e piloni di cemento. Dopo il Tar dell'Aquila, anche il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso del Consorzio EmmeTi, Comune di Scanno e Comune di Barrea, che chiedevano l'annullamento del no della commissione regionale di Valutazione impatto ambientale (Via). 

La vicenda legata al progetto di collegamento tra Barrea e Roccaraso da realizzare con i 26milioni di euro dei fondi Docup potrebbe dirsi finalmente conclusa.  Questa pubblicata il 12 maggio scorso è la terza sentenza che si registra in sei anni di vertenza tra il Consorzio, che aveva presentato il project financing, e la Regione Abruzzo. L'intervento - bocciato già in fase preliminare dalla Via - prevedeva impianti di risalita sciistica, una nuova strada e un parcheggio per auto sul Monte Greco, incidendo su Siti di interesse comunitario (Sic) e sulle aree di ripopolamento dell'orso. 

Una «aggressione» alla montagna contro la quale si schierarono amministratori e ambientalisti.  Il consigliere nazionale del Wwf Dante Caserta, promotore di una petizione per bloccare il progetto, esprime «soddisfazione per la bocciatura di una scelta che andava a incidere in una zona tra le più pregiate per le presenze faunistiche». Il Wwf chiese immediatamente la rimodulazione del progetto. «Dispiace» sottolinea Caserta «che bisogna sempre rincorrere questi progetti demenziali invece di procedere con una pianificazione regionale dello sviluppo che tenga conto delle reali esigenze dei territori.

La speranza è che d'ora in avanti si tenga conto di questo».  Scanno e Barrea si trovano invece oggi a pagare spese legali per scelte che non sono dipese da loro. Eustachio Gentile, consigliere comunale a Scanno, e Andrea Scarnecchia, sindaco di Barrea, si dichiarano perplessi sulla scelta adottata dai sindaci all'epoca dei fatti di sostenere un privato.  Dice Scarnecchia: «Valuterò se c'è danno economico per il Comune che ha sostenuto la vertenza per un progetto in cui non aveva nessuna parte attiva.

Era una diatriba tra un privato e la Regione».  Sulla stessa linea il consigliere Gentile: «Informerò la Corte dei Conti e mi riservo di far verificare se ci sia stato danno erariale». E poi aggiunge: «Gli enti locali hanno il diritto di audeterminare il proprio sviluppo nel totale rispetto della normativa vigente. Ogni altra interpretazione rischia di alimentare integralismi di cui nessuno ha bisogno».

© RIPRODUZIONE RISERVATA