Morì in cella, prosciolti 10 medici
Il giudice: nessuna colpa sul decesso del giovane recluso
L'AQUILA. Finisce in archivio una inchiesta a carico di dieci medici ingiustamente accusati di omicidio colposo per la morte di un ragazzo morto in carcere. Infatti il giudice ha respinto la richiesta di opposizione alla archiviazione presentata dai familiari del giovane deceduto alle Costarelle.
L'inchiesta prese piede oltre due anni fa in seguito al decesso del 32enne Renato De Acutis che era stato fermato dai carabinieri a Magliano dei Marsi. Inizialmente si era sostenuto che poteva essere stato sottovalutato qualche sintomo del giovane romano che ha preceduto il malessere poi fatale. Finirono sotto inchiesta, pertanto, tutti i medici che a vario titolo e in più strutture sanitarie lo avevano tenuto in cura o controllato.
Vista la iniziale incertezza sulla cause della morte il giudice per le indagini preliminari del tribunale, Marco Billi, su richiesta delle parti decise di disporre, tramite incidente probatorio una perizia per capire cosa fosse veramente successo. Il consulente alla fine della relazione concluse senza esito che la morte del ragazzo era imputabile a un infarto per un precedente consumo di droga.
A quel punto il pm ha chiesto l'archiviazione ma le parti offese si sono opposte visto che a loro dire potevano essere valutati altri profili. Sta di fatto che venerdì mattina il giudice ha archiviato una volta per tutte il procedimento a carico di Gregorio Marinelli, Giuseppe Carducci, Gianni Consorte, Carlo Miccoli, Angelo Onorato, Maria Grazia Marinangeli, Mauro Daniele, Gaetano Felli, Roberto Loffredi e Maria Guerreri.
Va precisato che si decise di indagare i medici per permettere l'effettuazione dell'incidente probatorio. I medici sono stati difesi dai legali Roberto Tinari, Antonello Bonanni, Attilio Cecchini, Stefano Rossi, Rosanna Perilli, Antonio Di Giacomo e Piera Farina. (g.g.)
L'inchiesta prese piede oltre due anni fa in seguito al decesso del 32enne Renato De Acutis che era stato fermato dai carabinieri a Magliano dei Marsi. Inizialmente si era sostenuto che poteva essere stato sottovalutato qualche sintomo del giovane romano che ha preceduto il malessere poi fatale. Finirono sotto inchiesta, pertanto, tutti i medici che a vario titolo e in più strutture sanitarie lo avevano tenuto in cura o controllato.
Vista la iniziale incertezza sulla cause della morte il giudice per le indagini preliminari del tribunale, Marco Billi, su richiesta delle parti decise di disporre, tramite incidente probatorio una perizia per capire cosa fosse veramente successo. Il consulente alla fine della relazione concluse senza esito che la morte del ragazzo era imputabile a un infarto per un precedente consumo di droga.
A quel punto il pm ha chiesto l'archiviazione ma le parti offese si sono opposte visto che a loro dire potevano essere valutati altri profili. Sta di fatto che venerdì mattina il giudice ha archiviato una volta per tutte il procedimento a carico di Gregorio Marinelli, Giuseppe Carducci, Gianni Consorte, Carlo Miccoli, Angelo Onorato, Maria Grazia Marinangeli, Mauro Daniele, Gaetano Felli, Roberto Loffredi e Maria Guerreri.
Va precisato che si decise di indagare i medici per permettere l'effettuazione dell'incidente probatorio. I medici sono stati difesi dai legali Roberto Tinari, Antonello Bonanni, Attilio Cecchini, Stefano Rossi, Rosanna Perilli, Antonio Di Giacomo e Piera Farina. (g.g.)
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