L'AQUILA

Morte all'asilo, chiuse le indagini: in 4 verso il processo

Il 18 maggio scorso un'auto si sfrenò piombando contro i bambini e causando la morte del piccolo Tommaso D'Agostino

L'AQUILA. Svolta nella inchiesta della Procura della Repubblica dell'Aquila sul tragico incidente nella scuola dell'infanzia Primo Maggio dell'Aquila, nel quartiere di Pile, avvenuto il 18 maggio dello scorso anno, che ha portato alla morte del piccolo Tommaso D'Agostino, di 4 anni, e al ferimento di altri quattro bambini con tanti altri in stato di choc.

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Il pm titolare dell'inchiesta Stefano Gallo ha chiuso le indagini contestando ai quattro indagati l'accusa di omicidio colposo aggravato dalle lesioni procurate agli quattro bambini feriti. A causare la tragedia una Passat parcheggiata in leggera discesa all'interno della struttura che si è sfrenata travolgendo un gruppo di bambini che stava giocando in uno spazio aperto.

Gli indagati sono di Radostina Zhorova Balabanova, 39 anni di origini bulgare da anni all'Aquila, alla guida della Passat parcheggiata per riprendere da scuola i due figli gemelli, nel tratto che conduceva all'area giochi, lasciando a bordo il terzo figlio di 11 anni; Monia Lai, aquilana di 48 anni, dirigente scolastica della struttura per l'Infanzia; Bruno Martini, aquilano di 60 anni, responsabile del servizio prevenzione dell'istituto comprensivo Mazzini di cui fa parte la scuola dell'infanzia di Pile, e Antonello Giampaolini, anche lui aquilano di 60 anni, responsabile del settore edilizia scolastica del Comune dell'Aquila e direttore dei lavori nell'appalto del complesso scolastico.

L'immobile della scuola dell'infanzia di Pile è stato chiuso per essere ricostruito: è risalente a prima degli anni '80 ed è di proprietà del Comune dell'Aquila. Da decenni la zona interna era adibita a parcheggio non essendoci spazi al di fuori, cioè in una strada trafficata: ma senza segnali e norme che governassero il grande afflusso di auto di genitori che andavano a riprendere i loro figli.

Gli indagati entro venti giorni dovranno presentare memorie, farsi interrogare o presentare nuovi documenti. Successivamente, il pm formulerà le istanze di rinvio a giudizio o di archiviazione. I quattro sono difesi dagli avvocati Francesco Valentini, Mauro Ceci, Luisa Leopardi, Massimo Carosi ed Antonella Pellegrini.