L'AQUILA
Nel lago di Scanno il livello dell'acqua è sceso di 6 metri
Interrogativi sul futuro del bacino e della fauna. L'esperto Caranfa: "Non credete alle favole delle falle provocate dai terremoti, la causa è l'assenza di neve, nel 2012 scese di sette metri"
SCANNO. Un abbassamento stimato di circa sei metri quello del livello delle acque del lago di Scanno, bacino naturale a quasi mille metri di altitudine, noto per la sua forma di cuore visibile da una particolare prospettiva su un'altura raggiungibile a piedi. Un fenomeno impattante dal punto di vista paesaggistico, che desta interrogativi anche sul futuro dello specchio d'acqua e sulla salvaguardia della sua fauna ittica.
«Non è la prima volta che succede un abbassamento tale e purtroppo non sarà neanche l'ultima. È un fenomeno che dipende soprattutto dalle scarse precipitazioni nevose», spiega all'Ansa Pasquale Caranfa, presidente dell'associazione culturale "La Foce", laureato nel 1974 in Lettere con una tesi di geografia umana sul lago di Scanno. «Girano una serie di favole rispetto al lago - spiega - come terremoti che avrebbero aperto falle. Ma le falle ci sono sempre state nel nostro lago, che si formò circa 12mila anni fa da una frana del sovrastante monte Rava, dal quale discesero circa 100 milioni di metri cubi di roccia, pietre e terra».
La questione dell'altalenante livello delle acque sarebbe quindi «legato soprattutto al cambiamento climatico, per la scarsità non tanto di piogge quanto di precipitazioni nevose. Prima qui era normale durante l'inverno arrivare ad accumuli totali di neve tra i 12 e i 14 metri, che in primavera si scioglievano a favore delle sorgenti profonde e quindi anche dei bacini superficiali. «Effettivamente però nella parte nord del lago, quindi verso Villalago, dove si è accumulato il detrito di frana, l'azione delle piogge nella parte di massima piena non consente gli accumuli di terriccio, fanghiglia, e quindi di creare nei primi metri del bacino, in superficie, una struttura impermeabile. Ci sono del resto inghiottitoi ed è un mistero effettivamente non ancora svelato dove vada a finire una parte dell'acqua che il lago perde, oltre alle fuoriuscite certe, quelle del lago Pio e di Fonte Vecchia. Con gli esperimenti svolti, sia con materiali radioattivi sia con coloranti più classici, non se ne è venuti a capo».
Quale può essere allora una soluzione per evitare il dimagrimento repentino del famoso specchio d'acqua, durante le stagioni più siccitose? «Mettere delle bio stuoie, di solito usate nei campi da golf, dalla parte dove il lago è stato bloccato dalla frana, in superficie, per contribuire a creare questa specie di impermeabile e quantomeno a rallentare sensibilmente la fuoriuscita attraverso gli inghiottitoi».
Il rovescio della medaglia del fenomeno è tutt'altro che preoccupante: quando si abbassa infatti, il lago restituisce oggetti e regala scoperte. «Enzo Gentile ed io quando il lago si è abbassato di sette metri nel 2012, abbiamo trovato parecchi reperti archeologici che abbiamo denunciato alla Soprintendenza, sul cui incarico io li custodisco privatamente. Si tratta soprattutto di una statuetta acefala che sicuramente rappresenta una dea madre avvolta da un serpente. Non siamo riusciti a datarla, ma sicuramente è collegabile al culto di Angizia. E abbiamo trovato anche molte anforette».
Altra trasformazione caratteristica del lago, attesa senza alcuna apprensione e anzi considerato molto suggestivo, è il completo congelamento della superficie dell'acqua, che avviene «circa ogni 10/15 anni. Io stesso - conclude Caranfa - ho fatto l'esperienza di attraversare a piedi il lago completamente ghiacciato».