LA STUDENTESSA

«Nessuna sentenza potrà ripagare la mia sofferenza»

L’AQUILA. «Nessuna condanna e nessun risarcimento mi potranno ripagare della tragedia che ho vissuto e che continuo tuttora a vivere». Questo il commento a caldo della studentessa violentata...

L’AQUILA. «Nessuna condanna e nessun risarcimento mi potranno ripagare della tragedia che ho vissuto e che continuo tuttora a vivere». Questo il commento a caldo della studentessa violentata (presente in aula) dopo la lettura della sentenza. La giovane ha anche incrociato il violentatore tra i corridoi della Corte d’appello e i due si sono ignorati. Tuccia, comunque, resta ai domiciliari in attesa della sentenza della Cassazione cui i difensori hanno annunciato che faranno ricorso. «Il collegio ha ritenuto che sussiste l’aggravante delle sevizie e della crudeltà, ha rimodulato la pena mantenendo però alla fine la stessa condanna, cioè riformulando un nuovo capo. Per noi è importante visto che volevamo che venisse riconosciuta la gravità del fatto e questa decisione riconosce quanto il fatto sia stato grave». Lo ha detto l’avvocato Enrico Gallinaro, difensore della studentessa violentata .

«Noi eravamo soddisfatti», ha concluso il legale, «già in primo grado, lo siamo di più ora in quanto possiamo dire che sei giudici si sono espressi e hanno ritenuto che il fatto purtroppo è stato grave. Spero che la ragazza possa trovare un poco di serenità da oggi in poi».

«Non è mai stata una questione di anni di carcere, è una questione di rendere giustizia a una vicenda gravissima che una giovane donna è stata costretta a vivere». Questo il commento dell’avvocato Simona Giannangeli, in rappresentanza del Centro antiviolenza. «Noi volevamo che si celebrasse un processo con le garanzie di legge», ha aggiunto, «anche per la persona offesa dal reato e il senso della nostra presenza era ed è questo, assicurare che i diritti, l’incolumità psichica, fisica e il rispetto di questa giovane fossero garantiti in quanto nei processi per stupro le donne non sono mai rispettate e subiscono in realtà un processo sommario».

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