Niente indennizzi per le macerie
I costi di smaltimento restano compresi nel contributo per i lavori.
L’AQUILA. Niente indennizzi per portar via i calcinacci dalle abitazioni in via di ristrutturazione. Il no è stato ribadito dalla Protezione civile in una riunione servita ad affrontare alcune priorità. Tra queste la ricerca di nuovi siti dove poter depositare le macerie. Una vera e propria emergenza che ha visto riuniti intorno a un tavolo Protezione civile, Regione, enti locali e Arta. Tutti lì per affrontare la questione dei siti, attualmente pochi, dove poter smaltire le macerie di case e palazzi crollati e i detriti che le imprese dovranno portar via dagli edifici oggetto di ristrutturazione. «Tutti abbiamo concordato» ha spiegato Alfredo Moroni, assessore all’ambiente del Comune dell’Aquila, «sulla necessità di agevolare il conferimento degli inerti e di ampliare, fino al 50%, la possibilità del loro riutilizzo.
Contestualmente si andrà alla predisposizione di un avviso pubblico per trovare ditte disposte a mettere a disposizione altri siti dove poter portare le macerie. Il tutto sapendo, cosa di cui siamo stati informati dalla Protezione civile, che sta per essere emanata un’ordinanza che autorizza il ricorso a una procedura abbreviata e che dà la possibilità di utilizzare anche aree con destinazione agricole e le cave. Nel provvedimento dovrebbe essere previsto anche, vista la “sofferenza” in cui ci troviano, l’aumento della quantità di inerti da poter accettare». Nel corso della riunione è stato esaminato pure il problema relativo a un eventuale indennizzo per la rimozione e il trasporto di calcinacci e detriti provenienti dalla riparazione di edifici privati.
«Su questo aspetto» ha aggiunto l’assessore «la Protezione civile è stata chiarissima: non ci sarà alcun indennizzo ad hoc, in quanto questa spesa è già inclusa nel contributo che lo Stato ha disposto per la ristrutturazione delle case danneggiate, sia quelle per le quali è previsto il rimborso del 100% che per tutte le altre. Probabilmente ci sarà una circolare esplicativa, per ribadire che tale contributo è comprensivo anche delle spese per il trasporto del materiale rimosso. La rimozione delle macerie degli edifici crollati (sia privati che pubblici) è invece a carico dei Comuni. Noi stiamo valutando anche se dotare il territorio di isole ecologiche dove raggruppare piccole quantità di “scarti”.
C’è poi il problema delle attività produttive. Il consiglio comunale ha sollecitato un indennizzo specifico, perché le sedi di tali attività, essendo claassificate come abitative non primarie, possono avere un rimborso fino a 80 mila euro. Ma molte hanno danni pesanti, tali da non poter sopportare un ulteriore aggravio di spesa per portar via gli inerti. Un “aiutino” potrebbe facilitare la ripresa delle attività, molte delle quali sono in una situazione di impasse». Moroni ha infine chiesto ai cittadini di controllare che le ditte facciamo davvero il loro dovere, così da evitare che il territorio diventi una grande discarica. «Chi non rispetterà le regole» ha tagliato corto «andrà incontro a multe e denunce».
Contestualmente si andrà alla predisposizione di un avviso pubblico per trovare ditte disposte a mettere a disposizione altri siti dove poter portare le macerie. Il tutto sapendo, cosa di cui siamo stati informati dalla Protezione civile, che sta per essere emanata un’ordinanza che autorizza il ricorso a una procedura abbreviata e che dà la possibilità di utilizzare anche aree con destinazione agricole e le cave. Nel provvedimento dovrebbe essere previsto anche, vista la “sofferenza” in cui ci troviano, l’aumento della quantità di inerti da poter accettare». Nel corso della riunione è stato esaminato pure il problema relativo a un eventuale indennizzo per la rimozione e il trasporto di calcinacci e detriti provenienti dalla riparazione di edifici privati.
«Su questo aspetto» ha aggiunto l’assessore «la Protezione civile è stata chiarissima: non ci sarà alcun indennizzo ad hoc, in quanto questa spesa è già inclusa nel contributo che lo Stato ha disposto per la ristrutturazione delle case danneggiate, sia quelle per le quali è previsto il rimborso del 100% che per tutte le altre. Probabilmente ci sarà una circolare esplicativa, per ribadire che tale contributo è comprensivo anche delle spese per il trasporto del materiale rimosso. La rimozione delle macerie degli edifici crollati (sia privati che pubblici) è invece a carico dei Comuni. Noi stiamo valutando anche se dotare il territorio di isole ecologiche dove raggruppare piccole quantità di “scarti”.
C’è poi il problema delle attività produttive. Il consiglio comunale ha sollecitato un indennizzo specifico, perché le sedi di tali attività, essendo claassificate come abitative non primarie, possono avere un rimborso fino a 80 mila euro. Ma molte hanno danni pesanti, tali da non poter sopportare un ulteriore aggravio di spesa per portar via gli inerti. Un “aiutino” potrebbe facilitare la ripresa delle attività, molte delle quali sono in una situazione di impasse». Moroni ha infine chiesto ai cittadini di controllare che le ditte facciamo davvero il loro dovere, così da evitare che il territorio diventi una grande discarica. «Chi non rispetterà le regole» ha tagliato corto «andrà incontro a multe e denunce».