Nigeria, rapito un tecnico di Rocca di Cambio
Modesto Di Girolamo, 70 anni, tecnico di una ditta di Torino, è stato rapito lunedì da un commando: la Farnesina conferma. L'apprensione del figlio: "Aspettiamo notizie, è una circostanza difficile che ci sta segnando"
L'AQUILA. E' abruzzese e ha 70 anni il tecnico rapito lunedì scorso nell'ovest della Nigeria. Si tratta di Modesto Di Girolamo, residente a Rocca Di Cambio, sposato e padre di tre figli. Di Girolamo opera da tantissimi anni in Nigeria dove ha lavorato anche per altre ditte oltre alla Borini&Prono Costruzioni. Il sequestro è avvenuto a Ilorin, capitale dello stato del Kwara, e la notizia è stata confermata dalla Farnesina che ha chiesto il massimo riserbo. Il tecnico lavora per la ditta piemontese Borini&Prono Costruzioni, che realizza strade nel Paese africano dal 1952. Lunedì si era recato a ispezionare un sistema di drenaggio quando è stato rapito lungo la Bishop Road, una via di Ilorin. Finora i sequestratori non si sono fatti vivi.
Di Girolamo risiede a Rocca di Cambio: nella sua abitazione i familiari sono in fervida attesa. Nessuno, comunque, intende parlare del sequestro. Dal figlio - molto provato - si è appreso solo che la notizia l'hanno appresa lunedì pomeriggio dalla Farnesina. "Aspettiamo notizie", dice con la voce rotta dall'emozione, "non posso dire altro, è una circostanza difficile che ci sta segnando. E d'altra parte anche dalla Farnesina non ci hanno fatto sapere altro se no che ci informeranno appena avranno notizie".
Nonostante lavorasse in Africa da quando aveva trent'anni in paese lo conoscono tutti. "E' una persona affabile", dice il sindaco di Rocca di Cambio Gennaro Di Stefano, "speriamo che presto si risolva tutto. Proprio in questi ultimi periodi stava decidendo se andare in pensione dopo tanti anni di lavoro e sacrifici. Per ora ho parlato con alcuni parenti, poi andrò dalla moglie a portarle il nostro conforto. Cercheremo di supportare la famiglia di Modesto in tutti i modi sperando che arrivino al più presto buone notizie".
Di Girolamo è il terzo italiano tenuto in ostaggio all'estero, insieme alla cooperante sarda Rossella Urru, sequestrata a ottobre nel sud dell'Algeria, e a Giovanni Lo Porto, il volontario rapito a gennaio in Pakistan.
Di Girolamo risiede a Rocca di Cambio: nella sua abitazione i familiari sono in fervida attesa. Nessuno, comunque, intende parlare del sequestro. Dal figlio - molto provato - si è appreso solo che la notizia l'hanno appresa lunedì pomeriggio dalla Farnesina. "Aspettiamo notizie", dice con la voce rotta dall'emozione, "non posso dire altro, è una circostanza difficile che ci sta segnando. E d'altra parte anche dalla Farnesina non ci hanno fatto sapere altro se no che ci informeranno appena avranno notizie".
Nonostante lavorasse in Africa da quando aveva trent'anni in paese lo conoscono tutti. "E' una persona affabile", dice il sindaco di Rocca di Cambio Gennaro Di Stefano, "speriamo che presto si risolva tutto. Proprio in questi ultimi periodi stava decidendo se andare in pensione dopo tanti anni di lavoro e sacrifici. Per ora ho parlato con alcuni parenti, poi andrò dalla moglie a portarle il nostro conforto. Cercheremo di supportare la famiglia di Modesto in tutti i modi sperando che arrivino al più presto buone notizie".
Di Girolamo è il terzo italiano tenuto in ostaggio all'estero, insieme alla cooperante sarda Rossella Urru, sequestrata a ottobre nel sud dell'Algeria, e a Giovanni Lo Porto, il volontario rapito a gennaio in Pakistan.