gran sasso acqua
Nomina di Santangelo (ex An) Cialente sfida il centrosinistra
L’AQUILA. La sua maggioranza ritiene “inaccettabile” la nomina nel cda della Gran Sasso Acqua di Salvatore Santangelo, ex consigliere di Forza Italia e prima in Alleanza Nazionale. Il sindaco...
L’AQUILA. La sua maggioranza ritiene “inaccettabile” la nomina nel cda della Gran Sasso Acqua di Salvatore Santangelo, ex consigliere di Forza Italia e prima in Alleanza Nazionale. Il sindaco replica parlando di “fibrillazioni” e invita i dissidenti a uscire dall’amministrazione, facendo tornare la città al voto, oppure a rimboccarsi le maniche. A firmare la durissima nota sono 8 consiglieri di maggioranza – Antonello Bernardi (Pd), Giuliano Di Nicola (Idv), Ermanno Giorgi (Centro Democratico), Pierluigi Mancini (Api), Giustino Masciocco (Sel), Gianni Padovani (Socialisti Riformisti), Enrico Perilli (Prc), Salvatore Placidi (Cattolici Democratici) – e Giuseppe Ludovici del gruppo misto. «Il sindaco», scrivono, «ha sostenuto la nomina a consigliere di amministrazione della Gran Sasso Acqua dell’ex An Salvatore Santangelo, già consigliere comunale, assai vicino al sindaco della capitale Gianni Alemanno negli anni del “sacco di Roma”, e consigliere della Gsa per molti anni. Riteniamo inaccettabile tale scelta, non solo per l’appartenenza politica del designato ma anche per la mancata condivisione, da parte del sindaco, della sua decisione. Nessun consigliere o assessore era stato informato dal primo cittadino. Questo modo di procedere rappresenta un vecchio modo di fare politica nel quale si smarriscono i confini e il senso dell’appartenenza, naufragando in una notte buia nella quale tutte le mucche sembrano scure. Se il sindaco ha iniziato autonomamente il processo di selezione del suo successore è bene che lo chiarisca, fermo restando che i confini del centrosinistra sono invalicabili. Chiediamo pertanto al sindaco e al Pd un chiarimento urgente. Soprattutto, chiediamo loro se ritengano finita l’esperienza del centrosinistra al governo della città». Il chiarimento di Cialente arriva a stretto giro di posta: «Leggo con sorpresa e fastidio il comunicato a firma di 8 consiglieri di maggioranza e del consigliere Ludovici che, riscoprendosi animato da un’improvvisa preoccupazione per i futuri destini del centrosinistra aquilano, è rientrato in maggioranza giusto per i pochi secondi necessari a sottoscrivere il documento. Mi stupisce che alcuni fini esponenti politici, di grande esperienza e grande peso politico, non abbiano compreso quello che è successo durante l’assemblea della Gsa». Cialente ricorda che per il posto all’interno del cda c’erano 36 candidature e che la scelta andava concordata con tutti i 36 Comuni che aderiscono all’azienda: «Da parte di alcuni sindaci, non solo di centrodestra», sottolinea, «l’unico nome proposto è stato quello di Salvatore Santangelo, eletto all’unanimità, con la sola astensione del sindaco di Villa Sant’Angelo Pierluigi Biondi che, però, non ha proposto alcuna candidatura alternativa». Poi l’affondo politico: «Da qualche mese, rilevo una strana fibrillazione nella maggioranza, quasi che qualcuno stia già pensando al rinnovo del consiglio comunale, a come posizionarsi o a cercare visibilità, e portando nel Comune dell’Aquila tensioni tra i partiti politici presenti in parlamento o all’interno di correnti di partito. A questi esponenti di maggioranza, che non si sono fatti sfuggire la libidinosa occasione di fare un comunicato contro il sindaco, vorrei sommessamente dire che “i confini invalicabili del centro sinistra” non si difendono solo nel Comune dell’Aquila, ma anche nella città territorio. Loro, esponenti di spicco di importantissimi partiti, sono mobilitati per le elezioni comunali che interessano molti Comuni del nostro territorio? Sanno loro, e lo stesso Pd, che addirittura in un importante Comune il centrosinistra non avrà una sua lista, né il suo candidato sindaco? Se qualche partito o qualche consigliere», conclude Cialente, «pensa o sente che è arrivato il suo momento o che si debba andare a casa, lo dica, esca dalla maggioranza, lo spieghi ai cittadini e porti la città al voto. Altrimenti si rimbocchi le maniche e ci aiuti a lavorare».
Romana Scopano
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