Nuovo rettore, confronto al Comune
Università, i quattro candidati ospiti dell’assemblea civica. Rappresentanti degli studenti, ecco l’esito del voto
L’AQUILA. È terminata ieri la prima tranche delle elezioni del mondo accademico, le votazioni delle rappresentanze studentesche, che preludono a quelle per la scelta del rettore che governerà l’Università aquilana per i prossimi sei anni.
I MAGNIFICI QUATTRO. Quattro i candidati: l’ex preside di Medicina Maria Grazia Cifone, la collega di Scienze Paola Inverardi, il docente di Ingegneria Angelo Luongo e il giovane prorettore Francesco Vegliò. Gli aspiranti alla carica di rettore, nelle elezioni previste per giovedì 30 maggio, ieri pomeriggio hanno voluto, per la prima volta nella storia dell’Università, incontrare il consiglio comunale, anche se a ranghi ridotti a causa delle numerose assenze che si sono registrate in aula in occasione della seduta.
ELEZIONI STUDENTESCHE. A fornire i risultati delle elezioni è l’Udu (Unione degli universitari), che per la quarta volta consecutiva ha eletto un proprio candidato, Andrea Fiorini, al consiglio nazionale (Cnsu) e ha ottenuto 198 seggi su 265 assegnati nei consigli di area didattica (Cad). Le elezioni per il rinnovo delle rappresentanze studentesche si sono svolte gli scorsi 21 e 22 maggio. «Il candidato Andrea Fiorini con quasi 1800 preferenze all’Università dell’Aquila, e circa 2300 in tutto il collegio, è primo eletto per la lista Udu nella circoscrizione Centro, che include Abruzzo, Lazio, Toscana e Umbria con Atenei enormemente più grandi di quello aquilano», spiegano i rappresentanti del sindacato studentesco in una nota. «All’Università dell’Aquila l’Udu raccoglie 2391 voti di lista su 3267 voti validi con il 73%. Lista Aperta (movimento vicino a Cl) ha avuto invece circa 500 voti, Azione Universitaria 272 voti e Link con i suoi 83 voti (2%), si è piazzata molto al di sotto delle schede bianche, delle nulle e a pari merito con le contestate». L’Udu, nelle elezioni per i 35 Cad dell’Ateneo dell’Aquila, ha eletto 198 rappresentanti contro i 26 di Lista Aperta, 11 di Azione Universitaria, 10 di Modus e 20 di Liste Indipendenti. «In soli tre Cad l’Udu non è riuscita a presentare le liste e sono gli unici Cad dove non avrà seggi, mentre ha eletto propri rappresentanti in 32 dei 35 Cad», spiegano gli studenti, «lista Aperta e Azione Universitaria hanno eletto in solo 8 dei 35 Cad, Lista Indipendente in 5 dei 35, Modus in 4 dei 35».
CONSIGLIO COMUNALE. A salutare i candidati rettori che per la prima volta nella storia dell’Ateneo hanno voluto incontrare il consiglio comunale è stato il presidente Carlo Benedetti, che ha sottolineato «l’importanza dell’Università nel processo di ricostruzione della città. Questa», ha detto, «non tornerà a essere una grande città se non avrà una grande università». I candidati hanno poi sintetizzato le linee guida dei propri programmi soffermandosi tutti sulla necessità di un rapporto stretto tra Università e città e di una «federazione tra atenei abruzzesi». Gli aspiranti rettori hanno anche risposto alle sollecitazioni dei consiglieri comunali, alcuni dei quali dipendenti dell’Ateneo, come Enrico Perilli, il quale ha sottolineato come sia «un miracolo che in questa città ci sia ancora l’università. Ma gli aquilani la vedono solo come mucca da mungere». Il consigliere di opposizione Pierluigi Properzi, docente di Ingegneria, invece, ha parlato di «numeri insostenibili rispetto alle risorse per la didattica» e di un «polo di Roio che ha costi di trasporto altissimi. Bisogna affrontare il tema delle sedi e presentare la squadra con cui si intende governare l’Ateneo». Il preside del Liceo Classico Cotugno e consigliere comunale Angelo Mancini ha bacchettato i candidati: «L’università non ha avuto negli anni un rapporto con gli studenti della città. Molti ragazzi delle scuole superiori non scelgono l’Ateneo aquilano». A questo proposito la Cifone ha spiegato: «Crediamo molto nel rapporto con l’amministrazione comunale. Gli studenti immatricolati del nostro Ateneo sono in prevalenza aquilani. In merito alla situazione del polo di Roio abbiamo acquisito oltre quattro milioni dal Rotary, ma l’Università ha dovuto aggiungere più di 20 milioni di euro. Non vorrei che, ora, ci fosse qualche segnale di ripensamento. L’appartenenza di Ingegneria alla città passa anche per Roio». La professoressa Inverardi, invece, ha colto l’occasione per spiegare che «finora non abbiamo giocato il ruolo che ci spettava: alzare la palla, il più alto possibile, quando l’amministrazione si occupava dell’emergenza. Non abbiamo creato reti di supporto né per gli studenti né per chi lavora nell’Università. Ma penso che, nonostante tutto, non abbiamo perso il treno. Con l’università si gioca anche il futuro del territorio». Per Luongo bisogna «proporre un modello rivoluzionario di rapportare l’Ateneo alla pubblica amministrazione, anche perché», spiega, «io che ero il numero due dell’Ateneo sono stato sostituito a causa di divergenze politiche. Bisogna voltare pagina». Il prorettore Vegliò ha sottolineato l’importanza del rapporto tra università e scuole superiori. «Dobbiamo investire sulla cultura», ha detto. «Gli studenti non devono essere considerati solo come persone che pagano l’affitto, ma devono essere al centro della nostra politica. Qualcuno, dopo il sisma, ci aveva dato per spacciati. Invece siamo sopravvissuti. E adesso bisogna garantire livelli qualitativi alti».
Michela Corridore
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