Obitorio ancora in tenda L’Asl: questione di giorni
Le proteste dei parenti accelerano i lavori per le nuove sale.
L’AQUILA. «L’obitorio lascerà presto le tende». Ieri mattina, appena letto il Centro, il commissario dell’Asl dell’Aquila Giancarlo Silveri ha fatto partire una serie di telefonate verso l’ospedale «San Salvatore». Chi le ha ricevute riferisce che il suo tono di voce fosse particolarmente alterato. «Io, infatti, avevo dato per risolto il problema», ammette Silveri, «visto che l’azienda, a ottobre, aveva fatto partire l’ordine per reperire le strutture prefabbricate. Pensavo che fosse tutto a posto e, invece, le nuove postazioni non erano state, in effetti, ancora attivate». La giustificazione resa da alcuni dipendenti è stata la seguente: «I container erano pronti da quindici giorni, ma l’accesso è stato reso impossibile a causa di un allagamento che ha interessato la parte esterna, la piattaforma sulla quale è stata piazzata la struttura.
Un allagamento dovuto ad alcuni lavori che sono stati effettuati da una ditta incaricata di sondare il terreno sottostante l’ospedale. Per questo motivo è stata adottata di nuovo la vecchia soluzione temporanea». E così, anche domenica mattina la camera ardente è stata allestita di nuovo in tenda, nonostante, a pochi metri di distanza, vi fossero, secondo quanto sostiene l’Asl, nuovi locali idonei. Un ritardo, questo, che ha irritato non poco il commissario dell’Asl, il quale ha anche detto di non essere stato informato di questa situazione. Da otto mesi l’obitorio dell’ospedale «San Salvatore» accoglie i defunti sotto una tenda. Le vecchie sale sono state dichiarate inagibili, i lavori in quell’ala dell’ospedale non sono stati ancora completati e non si è reperito, finora, nessun altro locale idoneo da adattare, come soluzione temporanea, tra quelli già riattivati all’interno dell’ospedale aquilano.
Una situazione divenuta insostenibile, come hanno ricordato, anche di recente, alcuni parenti di persone decedute, costretti a vegliare i propri cari in condizioni definite «indecorose», spesso insieme a un altro gruppo familiare. «In ogni caso», prosegue il commissario dell’azienda sanitaria, «posso assicurare che l’attivazione delle nuove sale per la veglia è ormai una questione di un paio di giorni. Giusto il tempo necessario per liberare l’accesso e consentire, così, la praticabilità del sito predisposto. Questo disagio, comunque, sta finalmente per terminare. Faccio, in conclusione, una mia riflessione personale: visto che la struttura era pronta si potevano anche sospendere gli scavi per permettere il suo utilizzo. Mi auguro, pertanto, che non ci siano altre attese».
Un allagamento dovuto ad alcuni lavori che sono stati effettuati da una ditta incaricata di sondare il terreno sottostante l’ospedale. Per questo motivo è stata adottata di nuovo la vecchia soluzione temporanea». E così, anche domenica mattina la camera ardente è stata allestita di nuovo in tenda, nonostante, a pochi metri di distanza, vi fossero, secondo quanto sostiene l’Asl, nuovi locali idonei. Un ritardo, questo, che ha irritato non poco il commissario dell’Asl, il quale ha anche detto di non essere stato informato di questa situazione. Da otto mesi l’obitorio dell’ospedale «San Salvatore» accoglie i defunti sotto una tenda. Le vecchie sale sono state dichiarate inagibili, i lavori in quell’ala dell’ospedale non sono stati ancora completati e non si è reperito, finora, nessun altro locale idoneo da adattare, come soluzione temporanea, tra quelli già riattivati all’interno dell’ospedale aquilano.
Una situazione divenuta insostenibile, come hanno ricordato, anche di recente, alcuni parenti di persone decedute, costretti a vegliare i propri cari in condizioni definite «indecorose», spesso insieme a un altro gruppo familiare. «In ogni caso», prosegue il commissario dell’azienda sanitaria, «posso assicurare che l’attivazione delle nuove sale per la veglia è ormai una questione di un paio di giorni. Giusto il tempo necessario per liberare l’accesso e consentire, così, la praticabilità del sito predisposto. Questo disagio, comunque, sta finalmente per terminare. Faccio, in conclusione, una mia riflessione personale: visto che la struttura era pronta si potevano anche sospendere gli scavi per permettere il suo utilizzo. Mi auguro, pertanto, che non ci siano altre attese».