Oculistica, interventi sospesi
Sale operatorie al freddo, 250 pazienti in lista d’attesa.
SULMONA. Rinviate, a data da destinarsi, 250 operazioni già calendarizzate nel reparto di oculistica. A far slittare gli interventi all’ospedale cittadino ilmalfunzionamento del riscaldamento che ha lasciato al freddo le sale operatorie. Disagi su disagi denunciati dal Tribunale per i dirittti del malato.
La denuncia dell’ennesimo disservizio arriva da Edoardo Facchini, responsabile dell’associazione, contattato dai tanti cittadini che hanno chiesto spiegazioni sul misterioso rinvio degli interventi. «Viste le tante richieste di chiarimenti» spiega Facchini «mi sono rivolto ai vertici della Asl per chiedere fino a quando i pazienti dovranno attendere. Mi è stato detto che al momento non è possibile fare previsioni visto che bisogna prima smaltire gli interventi più urgenti. Il rinvio» aggiunge «è dovuto anche alle carenze di personale, soprattutto degli infermieri addetti alle tre sale operatorie, troppo pochi per coprire tutti gli interventi programmati».
Insomma oltre ad un numero elevato di interventi, dovuto alla chiusura nei giorni scorsi di due delle tre sale operatorie, il rinvio chiama ancora una volta in causa le carenze di personale dell’ospedale. Sono addirittura dieci i reparti rimasti senza primari con i vari pensionamenti mai rimpiazzati, destinati inoltre ad aumentare dall’anno prossimo. Stessi problemi, poi, per gli infermieri e gli impiegati amministrativi. Un’emorragia continua di pensionamenti e trasferimenti che costringono il congelamento dei servizi minimi e generano liste di attesa lunghissime.
Bisogna aspettare un anno per le terapie riabilitative, tre mesi per gli esami specialistici, due per un’ecografia e uno per una semplice analisi del sangue.
Non si sa ancora quanto per l’elettrocardiogramma, ultimo macchinario a rompersi nei giorni scorsi, dopo la tac.
File lunghissime, quindi, come quelle che fanno i pazienti ogni giorno davanti i vari ambulatori o reparti dell’ospedale, dove gli orari delle visite non vengono mai rispettati e le attese sono infinite. In alcuni reparti, poi, come dermatologia e dentistica, le carenze di medici e infermieri, impongono il concentramento delle visite in un unico giorno a settimana, con tutti i problemi e disagi che ne conseguono in fatto di liste e tempi di attesa. Problemi annosi, peggiorati negli ultimi tempi che in qualche modo suggeriscono soluzioni apparenti più o meno condivisibili.
Insomma, dopo la scala di priorità applicata ai processi in tribunale, lo stesso principio sembra valere anche per l’ospedale andando a toccare uno dei diritti inalienabili delle persone, il diritto alla salute.
Tanta la rabbia dei pazienti e dei cittadini che da giorni affollano l’ufficio del Tribunale per i diritti del malato, i cui addetti, tutti volontari, sono costretti a fare gli straordinari per raccogliere le lamentele e spesso ad improvvisarsi psicologi per calmare gli animi.
La denuncia dell’ennesimo disservizio arriva da Edoardo Facchini, responsabile dell’associazione, contattato dai tanti cittadini che hanno chiesto spiegazioni sul misterioso rinvio degli interventi. «Viste le tante richieste di chiarimenti» spiega Facchini «mi sono rivolto ai vertici della Asl per chiedere fino a quando i pazienti dovranno attendere. Mi è stato detto che al momento non è possibile fare previsioni visto che bisogna prima smaltire gli interventi più urgenti. Il rinvio» aggiunge «è dovuto anche alle carenze di personale, soprattutto degli infermieri addetti alle tre sale operatorie, troppo pochi per coprire tutti gli interventi programmati».
Insomma oltre ad un numero elevato di interventi, dovuto alla chiusura nei giorni scorsi di due delle tre sale operatorie, il rinvio chiama ancora una volta in causa le carenze di personale dell’ospedale. Sono addirittura dieci i reparti rimasti senza primari con i vari pensionamenti mai rimpiazzati, destinati inoltre ad aumentare dall’anno prossimo. Stessi problemi, poi, per gli infermieri e gli impiegati amministrativi. Un’emorragia continua di pensionamenti e trasferimenti che costringono il congelamento dei servizi minimi e generano liste di attesa lunghissime.
Bisogna aspettare un anno per le terapie riabilitative, tre mesi per gli esami specialistici, due per un’ecografia e uno per una semplice analisi del sangue.
Non si sa ancora quanto per l’elettrocardiogramma, ultimo macchinario a rompersi nei giorni scorsi, dopo la tac.
File lunghissime, quindi, come quelle che fanno i pazienti ogni giorno davanti i vari ambulatori o reparti dell’ospedale, dove gli orari delle visite non vengono mai rispettati e le attese sono infinite. In alcuni reparti, poi, come dermatologia e dentistica, le carenze di medici e infermieri, impongono il concentramento delle visite in un unico giorno a settimana, con tutti i problemi e disagi che ne conseguono in fatto di liste e tempi di attesa. Problemi annosi, peggiorati negli ultimi tempi che in qualche modo suggeriscono soluzioni apparenti più o meno condivisibili.
Insomma, dopo la scala di priorità applicata ai processi in tribunale, lo stesso principio sembra valere anche per l’ospedale andando a toccare uno dei diritti inalienabili delle persone, il diritto alla salute.
Tanta la rabbia dei pazienti e dei cittadini che da giorni affollano l’ufficio del Tribunale per i diritti del malato, i cui addetti, tutti volontari, sono costretti a fare gli straordinari per raccogliere le lamentele e spesso ad improvvisarsi psicologi per calmare gli animi.