Operaio morì schiacciato in due rinviati a giudizio
Nell’incidente alla Forex di Bazzano perse la vita un saldatore di Giulianova Sotto processo gli imprenditori mentre il terzo imputato ha patteggiato
L’AQUILA. Un patteggiamento e due rinvii a giudizio sono la conseguenza dell’inchiesta riguardante l’incidente mortale sul lavoro all’interno della ditta Forex nel quale, il 6 ottobre del 2011, perse la vitaNicola Salvi, operaio giuliese di 52 anni.
Ieri mattina, infatti, il giudice per le udienze preliminari del tribunale, Marco Billi, ha accolto l’istanza di patteggiamento di uno degli imputati, Remo Chiodi, al quale è stata inflitta una pena di 14 mesi per omicidio colposo con i benefìci di legge. Lo stesso giudice ha disposto il rinvio a giudizio di altri due imputati. Si tratta di Riccardo Chiodi e Francesco Foresi i quali saranno processati il 25 ottobre davanti al giudice unico sempre con l’accusa di omicidio colposo.
I fatti risalgono al settembre del 2011 all’interno della Forex che si trova nel nucleo industriale di Bazzano. Salvi, che prestava servizio come saldatore per la ditta dei Chiodi, anche loro di Giulianova, stava lavorando insieme ad altri operai nella Forex prefabbricati. Gli operai si trovavano lì per collaudare un macchinario, appena acquistato, con una grandezza di venti metri per tre. In pratica una grande piattaforma nella quale vengono realizzate pareti mobili in cemento armato.
All’improvviso una trave molto lunga, pesante una tonnellata, sorretta da una catena sulla quale scorreva un macchinario, si staccò piombando su tre persone. Remo Chiodi riportò un forte trauma toracico, un altro operaio rimase illeso mentre il peso della trave finì su Salvi che venne schiacciato e morì senza che si potesse far nulla per salvarlo.
Le indagini della polizia furono poi corredate da una perizia che successivamente ha portato all’incriminazione dei due imprenditori giuliesi e di Francesco Foresi per conto della ditta Forex.
Gli imputati sono assistiti dagli avvocati Gianmatteo Riocci e Gennaro Lettieri.
VIA MILONIA. Il giudice del tribunale ha poi rinviato alle udienze del 20 maggio e del 3 giugno l’udienza dibattimentale sul crollo di un palazzo in via Milonia, vicenda nella quale si ipotizza il reato di disastro colposo.
Sotto accusa ci sono coloro che realizzarono il fabbricato e il committente. Si tratta di Berardino Drago, Nazzareno Drago e Angelo Sabatini. I loro difensori ritengono che il reato contestato non esista, nel senso che il palazzo in cemento armato «ha fatto il suo dovere»: non è crollato e ha permesso a chi era all’interno di mettersi in salvo visto che non ci sono state vittime.
Per contro si sostiene che i danni riportati sono eccessivi per un edificio realizzato in cemento armato.
©RIPRODUZIONE RISERVATA