Ospedale, la Asl blinda i fondi

Venturoni e Silveri: i 46 milioni restano all'azienda

L'AQUILA. I soldi dell'assicurazione sul terremoto del San Salvatore sono sempre rimasti nelle casse della Asl dell'Aquila. Lo hanno assicurato l'assessore regionale alla Sanità, Lanfranco Venturoni, e il direttore generale, Giancarlo Silveri, rispondendo alle critiche avanzate dalla Cisl e dal Partito democratico.

Dai vertici della Asl arrivano dunque rassicurazioni sul rischio di un possibile dirottamento sul bilancio regionale di fondi riservati al cratere. «Nessuno ha toccato queste risorse», ha spiegato Silveri, «che sono rimaste nel bilancio 2009, un documento che a causa di fattori negativi, come la mancata mobilità attiva - da parte di quanti usufruivano dei servizi di questo presidio da altre regioni - ha chiuso con una perdita di 5,5 milioni di euro e questo nonostante i 47 milioni dei proventi assicurativi».

Per quanto concerne le risorse a disposizione per la ricostruzione dell'ospedale, Silveri ha precisato che «fondi extra sono stati deliberati in maniera specifica dalla Regione la quale, alla luce di un decreto governativo del 29 aprile 2009, ha reperito risorse dagli interventi ancora non effettuati in tutte le Asl della regione».  Si tratta di 35 milioni di euro che vanno ad aggiungersi ai 12 milioni già spesi, per il recupero completo dell'ospedale.

Altri 8 milioni circa sono stati spesi in attrezzature.  Per quanto riguarda la situazione regionale, Venturoni ha sottolineato che nessun fondo specifico per il terremoto è stato utilzzato per ripianare «quel buco di 187 che la giunta Del Turco ci ha lasciato in eredità. Se siamo riusciti ad andare a pari, è grazie a 98 milioni di euro recuperati dai progetti obiettivo, 30 milioni del fondino del piano di rientro e il resto riducendo le spese e utilizzando i proventi della manovra fiscale». 

L'assessore, dai locali della Asl a Collemaggio ha risposto anche alle critiche sul rischio di perdita di ricettività nei presidi abruzzesi.  «Il piano sulla rete ospedaliera non è ancora pronto, non ha senso parlare ora di tagli di posti letto. C'è uno studio condotto nel 2008 in via generale dalla Genas», ha sottolineato Venturoni, «che ha evidenziato a livello nazionale quelli che sono i ricoveri inappropriati sia nel pubblico che nel privato. Abbiamo avviato delle rimodulazioni cercando di eliminare tutte le attività inappropriate». 

Venturoni ha assicurato che nessuno dei piccoli ospedali della regione verrà chiuso «ma se vogliamo che questi piccoli presidi sopravvivano», ha spiegato, «dobbiamo fare in modo che vadano incontro alle esigenze della popolazione. La gente ha bisogno di avere più posti letto per pazienti cronici, ha bisogno di più attività ambulatoriali e servizi, non c'è bisogno di fare chilometri per una radiografia, magari con liste d'attesa interminabili».  Venturoni ha ribadito che «la sfida è quella di uscire dal commissariamento, il 2010 sarà un anno di prova».

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