Ospedale, slalom tra tende e rifiuti Proteste degli utenti per l’abbandono
Proseguono i lavori per il recupero della struttura danneggiata ma all’esterno è tutto fermo.
L’AQUILA. Se il capitolo tendopoli è stato definitivamente chiuso, non è raro vedere le classiche tende blu montate a ridosso dei reparti tornati in funzione all’ospedale San Salvatore. Gli automobilisti parcheggiano come possono, tra una tensostruttura e l’altra, gran parte delle quali attendono ormai di essere dismesse. Per muoversi tra i reparti i pazienti sono costretti a fare lo slalom tra rifiuti, cumuli di macerie e materiale residuo. In uno dei cortili esterni c’è ancora un buco nel terreno, profondo alcune decine di metri, fatto durante un’operazione di carotaggio.
«Un degrado e un abbandono che non rende giustizia degli sforzi enormi per rispettare il cronoprogramma di recupero dell’ospedale», spiega il professore Ettore Martini, chirurgo e presidente del Comitato cittadino per il ripristino dell’assistenza sanitaria. «Ho fatto, negli ultimi giorni, un sopralluogo nei corridoi del San Salvatore», prosegue l’ex primario del blocco operatorio, «e mi sono reso conto di quanto impegno si stia mettendo, a livello economico e di forza lavoro, per ridare a questa città tutti i posti letto di cui ha bisogno».
Si parla di una spesa di 500 euro a metro quadro, per mettere in sicurezza l’intero complesso. «A questa mobilitazione richiesta dal nuovo manager», aggiunge, «non corrisponde, però, un impegno da parte delle istituzioni per rendere fruibile questa struttura dai nostri utenti. Non sono in grado di stabilire la responsabilità di questa carenza, se dipenda dall’amministrazione o dagli aiuti esterni». A dare man forte al comitato si aggiungerà, nelle prossime settimane, un presidio interno, formato dai medici dell’ospedale.
Tra le battaglie da condurre c’è quella di scongiurare, almeno in questo momento, la fusione delle Asl, «un processo», secondo i medici, «pericoloso, in questo momento delicato per il nostro ospedale». Una partita che passa anche per la necessità di recuperare uno standard nei servizi e nell’assistenza.
«Un degrado e un abbandono che non rende giustizia degli sforzi enormi per rispettare il cronoprogramma di recupero dell’ospedale», spiega il professore Ettore Martini, chirurgo e presidente del Comitato cittadino per il ripristino dell’assistenza sanitaria. «Ho fatto, negli ultimi giorni, un sopralluogo nei corridoi del San Salvatore», prosegue l’ex primario del blocco operatorio, «e mi sono reso conto di quanto impegno si stia mettendo, a livello economico e di forza lavoro, per ridare a questa città tutti i posti letto di cui ha bisogno».
Si parla di una spesa di 500 euro a metro quadro, per mettere in sicurezza l’intero complesso. «A questa mobilitazione richiesta dal nuovo manager», aggiunge, «non corrisponde, però, un impegno da parte delle istituzioni per rendere fruibile questa struttura dai nostri utenti. Non sono in grado di stabilire la responsabilità di questa carenza, se dipenda dall’amministrazione o dagli aiuti esterni». A dare man forte al comitato si aggiungerà, nelle prossime settimane, un presidio interno, formato dai medici dell’ospedale.
Tra le battaglie da condurre c’è quella di scongiurare, almeno in questo momento, la fusione delle Asl, «un processo», secondo i medici, «pericoloso, in questo momento delicato per il nostro ospedale». Una partita che passa anche per la necessità di recuperare uno standard nei servizi e nell’assistenza.