Otefal, intoppi per il passaggio ai siriani

Indetta dai sindacati un’assemblea con autorità locali e parlamentari per risolvere i problemi

L’AQUILA. L'accordo con i siriani, che hanno rilevato lo stabilimento aquilano della Otefal, è stato firmato il 27 settembre. Ma la Madaar non riesce ancora a insediarsi nel sito di Bazzano, a causa di intoppi e problemi burocratici, che stanno mettendo a rischio i 183 posti di lavoro. Per questo, il 7 novembre, alle 10, all'interno della fabbrica di laminati si svolgerà un'assemblea dei lavoratori, alla quale sono stati invitati il sindaco Massimo Cialente, il presidente della Provincia Antonio Del Corvo, il presidente della Regione Gianni Chiodi e i parlamentari abruzzesi. «Si discuterà», scrivono in una nota i rappresentanti di Fim, Fiom e Uilm, «della difficile situazione dell'azienda, dopo l'acquisizione dello stabilimento da parte del gruppo Madaar. Lo stesso gruppo non riesce ad insediarsi per problemi burocratici, che rischiano di far saltare l'operazione volta al passaggio di proprietà». L'appello alle istituzioni è stato lanciato per far sbloccare la situazione. Alla base dei ritardi ci sarebbero non solo lungaggini burocratiche, ma anche problemi con le banche creditrici, alle quali ha già scritto il prefetto su richiesta dei tavoli istituzionali dedicati alla vertenza. In particolare, alcuni macchinari, acquistati tramite leasing, non possono essere messi in funzione. E inoltre c'è un'indagine in corso, dopo che la Forestale ha sequestrato all'interno dei magazzini della Otefal circa 10 tonnellate di materiale ritenuto sospetto, in seguito alle denunce di persistenti cattivi odori e malesseri registrati nell'area del nucleo industriale di Bazzano. Insomma, una situazione ingarbugliata, che rischia di precipitare, visto che il 14 novembre finisce anche la cassa integrazione e che il passaggio di consegne tra la vecchia proprietà e il gruppo siriano è stato fissato per il 17 novembre.

(r.s.)

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