crisi industriale a bazzano

Otefal, l’azienda in affitto preoccupa i 200 operai

L'AQUILA. La Otefal non entra nella procedura Prodi-bis. Il dispositivo depositato dal giudice del tribunale dell'Aquila indica per lo stabilimento di Bazzano la strada del fitto del ramo d'azienda....

L'AQUILA. La Otefal non entra nella procedura Prodi-bis. Il dispositivo depositato dal giudice del tribunale dell'Aquila indica per lo stabilimento di Bazzano la strada del fitto del ramo d'azienda.

Un percorso opposto a quello auspicato dai sindacati e caldeggiato anche dal primo cittadino Massimo Cialente: con il ricorso alla legge Prodi, sarebbe stato nominato un nuovo commissario e i circa 200 lavoratori avrebbero usufruito del salvagente della cassa integrazione straordinaria per 24 mesi. Ora lo scenario è diverso: all'interno della procedura di concordato preventivo, l'attuale commissario amministrativo, Omero Martella, dovrà prima convocare il comitato dei creditori – la Otefal versa in una grave posizione debitoria – e, solo dopo aver ricevuto parere favorevole, potrà indire una sorta di gara per procedere all'affitto del ramo d'azienda. Entro 30 giorni si valuteranno, poi, le offerte pervenute e si sceglierà quella ritenuta migliore. Ma le incognite sono tante. In primo luogo, i tempi. Anche accelerando le procedure, si andrà a finire a metà settembre. E la cassa integrazione ordinaria scade a ottobre. Senza soluzioni, partono i licenziamenti. L'altro timore è che, mettendo all'asta lo stabilimento, non ci siano garanzie per la salvaguardia di tutto il personale. «Si è verificato quello che temevamo dall'inizio della vertenza», commentano amareggiati i rappresentanti di Fim, Fiom e Uilm, «le istituzioni non hanno capito la gravità della situazione. Senza il ricorso alla Prodi, non ci sono tutele per i lavoratori. Lo stabilimento andrà al miglior offerente. E non è detto che voglia riassumere tutti i dipendenti. E poi i tempi sono strettissimi. A ottobre scatterà la mobilità». Oggi la fabbrica di Bazzano, specializzata nella produzione di laminati, chiude i battenti per le ferie. I sindacati intendono convocare a breve un'assemblea per valutare con i dipendenti le prossime mosse. Nel frattempo insistono con proposte alternative: «C'è ancora la possibilità di utilizzare la legge Prodi», sottolineano i sindacati, «che resta la soluzione più idonea. In caso contrario, nella procedura di fitto di ramo d'azienda dovrà essere inserita la condizione della ricollocazione di tutto il personale. E inoltre l'azienda dovrà mantenere la propria specificità produttiva. Altrimenti», concludono i rappresentanti delle tre sigle, «non sarà firmato alcun accordo».

Il pronunciamento del tribunale è arrivato dopo due rinvii e dopo la manifestazione di protesta dei lavoratori lo scorso 24 luglio davanti alla sede del Comune. In quella occasione, anche Cialente aveva sollecitato il ricorso alla Prodi.

Romana Scopano

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