Otefal, salvi i 200 posti c’è l’accordo con le banche

Via libera al passaggio di consegne dalla vecchia proprietà agli acquirenti siriani I sindacalisti: cassa integrazione per facilitare il riassorbimento degli operai

L’AQUILA. Fumata bianca per l'operazione Madaar. Si è sbloccata la vertenza della Otefal, grazie all'accordo raggiunto tra i siriani e le banche. Può così essere perfezionato, già la prossima settimana, il passaggio di consegne tra le vecchia e nuova proprietà. Una notizia accolta con soddisfazione dai 183 dipendenti, ieri riuniti in assemblea, e dai sindacati, che portano a casa un risultato importante, che solo qualche mese fa sembrava lontanissimo.

La Otefal, specializzata nella produzione di laminati, era entrata in concordato preventivo a causa della forte posizione debitoria. Il tribunale, scartando l'ipotesi della legge Prodi, aveva messo all'asta lo stabilimento di Bazzano. E sono arrivati i siriani, con la migliore offerta per affittare fino a giugno 2013 il sito, con la possibilità di una definitiva acquisizione. Non sono mancati ritardi, problemi e lungaggini burocratiche. Poi finalmente la svolta, annunciata al personale, alla presenza del presidente della Provincia Antonio Del Corvo. Assenti, anche se invitati, il sindaco Massimo Cialente e il presidente della Regione Gianni Chiodi. «Le banche creditrici, anche grazie all'interessamento del prefetto, hanno alla fine trovato un accordo con la Madaar, la multinazionale siriana interssata all'azienda di Bazzano. Adesso», hanno commentato a caldo i rappresentanti di Fim, Fiom e Uilm, «abbiamo chiesto l'attivazione della cassa integrazione in deroga, per facilitare il riassorbimento dei dipendenti. La cassa integrazione straordinaria scade infatti il 14 novembre. E si deve procedere anche con il riallaccio delle utenze. Per completare l'operazione, il collegio dei giudici si riunisce giovedì prossimo. Una grossa mano è arrivata dal commissario della Otefal, Omero Martella».

Il risultato, secondo Fim, Fiom e Uilm, è frutto della sinergia tra lavoratori e organizzazioni sindacali. L'accordo firmato a settembre, che prevede il ricollocamento a scaglioni di tutti i 183 lavoratori, può essere ancora limato, soprattutto nella parte che ha previsto il ritocco dei salari. Ma per il territorio aquilano, alle prese con una devastante crisi occupazionale, l'aver salvato quasi 200 posti di lavoro è un traguardo storico. «Questa operazione», hanno concluso i rappresentanti sindacali, «dimostra che abbiamo realtà industriali di eccellenza, in grado di attirare l'attenzione anche di investitori stranieri, in controtendenza con quanto succede nel resto d'Italia. La Otefal non è un caso isolato. Ma serve una gestione più attenta e concreta da parte di politica e istituzioni».

Romana Scopano

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