Otto tendopoli chiuse entro Ferragosto
Gli sfollati nei centri di accoglienza sono poco meno di 20mila.
L’AQUILA. Chiuse altre due tendopoli. Una a Calascio, l’altra a Ofena. E ha chiuso anche il primo centro di accoglienza spontaneo sorto dopo il sisma. Altre 8 tendopoli, stando alle previsioni fornite dalla Protezione civile, chiuderanno entro Ferragosto. Si tratta dei campi che si trovano ad Acciano (2), Tione degli Abruzzi, Goriano, Fagnano Alto, Scoppito (2) e Castelvecchio Subequo. E’ scesa sotto quota 20mila la popolazione ospitata nelle «case di tela». Sono infatti 19.973 gli sfollati ospitati nelle 137 strutture dell’Aquilano. I centri di accoglienza sono scesi a 137 (il numero massimo è stato 170, tra la fine di aprile e l’inizio di maggio). I campi spontanei sono passati da dieci a nove, dove si trovano ospitate 273 persone. In base all’ultimo censimento della Protezione civile, sono assistiti 48.818 sfollati. Poco più di 19mila sono ospiti negli alberghi del Teramano (12.053), del Chietino (2.289), del Pescarese (2.818), dell’Ascolano (714), della Marsica e dell’Alto Sangro (1.221), del Lazio (49), dell’Umbria (due) e del Molise (tre).
Nelle case private prese in affitto si trovano 9.696 terremotati. Negli ultimi due mesi circa 6mila sfollati hanno lasciato gli hotel. La maggior parte è tornata nelle case agibili. L’esodo è sensibilmente aumentato dopo che è scattato l’ultimatum della Protezione civile. Da giovedì della scorsa settimana, infatti, tutti coloro che hanno un’abitazione agibile (in categoria A) hanno dovuto lasciare le strutture occupate a spese dello Stato. Contemporaneamente sono scattati i controlli dei carabinieri e degli agenti di polizia municipale. Nei giorni scorsi, Lorenzo Alessandrini, responsabile dello «sfollamento» per la Protezione civile, ha spiegato che piano piano si sta vincendo la paura e si sta rientrando nelle abitazioni ritenute agibili. Sono però circa 2mila gli aquilani che hanno presentato ricorso al parere dei tecnici della Protezione civile che hanno dichiarato abitabili le loro case. Diverso il discorso per le tendopoli. La parola d’ordine è però quella di «chiudere» le tendopoli.
Il prefetto Franco Gabrielli ha ripetuto anche ieri che tutte le tendopoli dovranno essere smantellate entro il mese di settembre. Ma già da alcune settimane si registra un calo di presenze nei vari centri di accoglienza. Segno che qualche nucleo familiare che ha l’abitazione classificata A sta tornando pian piano a casa. Ma intanto chi è costretto a restare, perché non ha la casa agibile o perché è ancora in attesa del riallaccio del gas, continua a patire disagi e problemi. Per gli anziani il peggior nemico continua ad essere il caldo che l’acquazzone di ieri non ha neutralizzato. La funzione sanità dei centri operativi misti torna a raccomandare ai responsabili dei campi un’alimentazione adeguata, ricca di frutta e verdure. Per gli anziani — come più volte sottolineato da Giuseppe Matrigardi, direttore del dipartimento prevezione della Asl — valgono le raccomandazioni di sempre: bere molta acqua ed evitare di stare al sole nelle ore più calde della giornata. In alcune tendopoli, in particolare quelle più grandi, c’è ancora chi protesta per i «controlli fin troppo marcati ».
Tra gli esterni, invece, c’è chi punta il dito contro il divieto di poter servirsi delle mense allestite nelle tendopoli. A protestare sono soprattutto coloro che hanno scelto l’autonoma sistemazione, ma che finora hanno percepito solo il contributo relativo al mese di aprile. Intanto, va avanti il progetto, attuato dal Coni e dalla Croce Rossa, dei campus dello sport. Sette le tendopoli coinvolte nell’iniziativa. A Murata Gigotti — dove è stato attivato un campo estivo (180 i bambini iscritti) che, oltre al Coni, vede la partecipazione della Pro loco di Coppito, della Uisp e delle associazioni Alice nel mondo e Ridere per vivere — sono arrivati anche otto pony, con tanto di istruttori inviati dalla federazione nazionale. Un’iniziativa nella quale saranno coinvolti anche i bambini delle altre tendopoli.
Nelle case private prese in affitto si trovano 9.696 terremotati. Negli ultimi due mesi circa 6mila sfollati hanno lasciato gli hotel. La maggior parte è tornata nelle case agibili. L’esodo è sensibilmente aumentato dopo che è scattato l’ultimatum della Protezione civile. Da giovedì della scorsa settimana, infatti, tutti coloro che hanno un’abitazione agibile (in categoria A) hanno dovuto lasciare le strutture occupate a spese dello Stato. Contemporaneamente sono scattati i controlli dei carabinieri e degli agenti di polizia municipale. Nei giorni scorsi, Lorenzo Alessandrini, responsabile dello «sfollamento» per la Protezione civile, ha spiegato che piano piano si sta vincendo la paura e si sta rientrando nelle abitazioni ritenute agibili. Sono però circa 2mila gli aquilani che hanno presentato ricorso al parere dei tecnici della Protezione civile che hanno dichiarato abitabili le loro case. Diverso il discorso per le tendopoli. La parola d’ordine è però quella di «chiudere» le tendopoli.
Il prefetto Franco Gabrielli ha ripetuto anche ieri che tutte le tendopoli dovranno essere smantellate entro il mese di settembre. Ma già da alcune settimane si registra un calo di presenze nei vari centri di accoglienza. Segno che qualche nucleo familiare che ha l’abitazione classificata A sta tornando pian piano a casa. Ma intanto chi è costretto a restare, perché non ha la casa agibile o perché è ancora in attesa del riallaccio del gas, continua a patire disagi e problemi. Per gli anziani il peggior nemico continua ad essere il caldo che l’acquazzone di ieri non ha neutralizzato. La funzione sanità dei centri operativi misti torna a raccomandare ai responsabili dei campi un’alimentazione adeguata, ricca di frutta e verdure. Per gli anziani — come più volte sottolineato da Giuseppe Matrigardi, direttore del dipartimento prevezione della Asl — valgono le raccomandazioni di sempre: bere molta acqua ed evitare di stare al sole nelle ore più calde della giornata. In alcune tendopoli, in particolare quelle più grandi, c’è ancora chi protesta per i «controlli fin troppo marcati ».
Tra gli esterni, invece, c’è chi punta il dito contro il divieto di poter servirsi delle mense allestite nelle tendopoli. A protestare sono soprattutto coloro che hanno scelto l’autonoma sistemazione, ma che finora hanno percepito solo il contributo relativo al mese di aprile. Intanto, va avanti il progetto, attuato dal Coni e dalla Croce Rossa, dei campus dello sport. Sette le tendopoli coinvolte nell’iniziativa. A Murata Gigotti — dove è stato attivato un campo estivo (180 i bambini iscritti) che, oltre al Coni, vede la partecipazione della Pro loco di Coppito, della Uisp e delle associazioni Alice nel mondo e Ridere per vivere — sono arrivati anche otto pony, con tanto di istruttori inviati dalla federazione nazionale. Un’iniziativa nella quale saranno coinvolti anche i bambini delle altre tendopoli.