Paganica, sulla galleria la Provincia corre ai ripari
Cemento nel tunnel a fianco allo storico santuario della Madonna d’Appari L’assessore Liris annuncia interventi per cercare di rimediare allo «sfregio»
L’AQUILA. «Torneremo in questa sede appena possibile per presentare un progetto di riqualificazione della galleria della Madonna d’Appari». È la promessa che ieri i cittadini della frazione di Paganica hanno strappato all’assessore provinciale alla Viabilità, Guido Quintino Liris, dopo un’infuocata assemblea all’interno della sala civica del paese.
L’incontro, a cui hanno partecipato molti abitanti di Paganica, è stato moderato dal consigliere comunale Daniele Ferella, del comitato Madonna d’Appari. Obiettivo: fare il punto sui lavori del tunnel, inaugurati nei giorni scorsi, fra le critiche dei paganichesi e non solo. La Provincia ha appaltato un mese fa le opere per la messa in sicurezza della galleria, scavata a mano nella roccia nel 1877 e ampliata all’inizio del 900 tramite l’esplosione di dinamite. Il cantiere, costato 800mila euro lordi (650 circa netti) è stato avviato e chiuso in pochi giorni: sono state rimosse le pietre ritenute pericolanti e ne è stata allargata l’apertura.
Il tunnel, rinforzato con rete elettrosaldata, è stato infine coperto con cemento per un maggior consolidamento. «Uno sfregio» per molti paganichesi, che ieri hanno voluto incontrare i rappresentanti della Provincia per avere risposte sul futuro della galleria. «Il risultato dei lavori non piace neanche a me», ha premesso Liris, guadagnando un applauso e diversi «Fa schifo», «È uno scempio». Il presidente dell'amministrazione separata di Paganica, Fernando Galletti, ha chiesto di «ripristinare lo stato quo ante» della galleria. «È troppo facile fare colate di cemento» ha tuonato. «Ci sentiamo offesi e presi in giro dall’amministrazione provinciale».
Pronta la risposta: «Stiamo pensando alla possibilità di una variante», ha detto il progettista, Giuseppe Fiaschetti. «Di soluzioni tecniche per recuperare la bellezza della galleria ce ne sono: è possibile, per esempio, rivestire lo strato di cemento con una scorza di pietra o con un intonaco di simil- pietra, realizzato con malta cementizia». Insomma, per i tecnici e per l’assessore Liris, i lavori non sono finiti, ma quella realizzata è solo la messa in sicurezza del tunnel. «Già da ora possiamo pensare al miglioramento estetico dell’opera», ha spiegato Liris, che ha tenuto a precisare: «I lavori fatti erano comunque imprescindibili. Il tunnel, da quanto risulta dai rilievi tecnici, era pericoloso. L’alternativa alle opere realizzate era la chiusura della strada. Adesso che la sicurezza è garantita ne ripristineremo la bellezza. Questa è una priorità dell’amministrazione». Secondo il progettista Fiaschetti, inoltre, «si sta verificando la disponibilità residua di fondi per un intervento di miglioramento estetico, che dovrebbe avere un costo sostenibile dalla Provincia». «Tutti i lavori», ha aggiunto il tecnico, «sono stati realizzati in accordo con la Soprintendenza, perché le opere sono funzionali a evitare infiltrazioni all’interno della chiesa della Madonna d’Appari».
Motivo questo per cui non si è scelto, secondo il progettista, un altro tipo di intervento, meno invasivo a livello estetico: iniezioni di resina e cemento orizzontali, che avrebbero invece reso più difficoltoso lo smaltimento d’acqua. Anche sulla sagoma della galleria, che è stata definita «a forma di tunnel» dagli intervenuti, Liris ha precisato: «Non c’è stato nessun intervento per squadrare la sagoma, semplicemente è stato seguito il profilo della galleria una volta rimosse le pietre pericolanti». All’incontro ha partecipato anche l’assessore provinciale Mauro Fattore. «Quando il progetto è stato redatto e firmato non eravamo assessori né io né Liris», ha puntualizzato, «ma non vogliamo sottrarci alle responsabilità». La delibera del 4 ottobre 2010, infatti, è stata firmata dall’allora assessore Roberto Romanelli, originario appunto della frazione di Paganica. «Questa vicenda viene strumentalizzata da una parte politica», ha concluso Liris, «quella parte che adesso grida allo scempio, quando nei mesi scorsi è stata convocata dal mio assessorato per questi lavori, non si è presentato».
Michela Corridore
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