Parola al giudice Ecco come ottenere il risarcimento

L’AQUILA. Il continuo rimpallo tra Provicia e Regione, oggetto peraltro di una denuncia da parte di Confagricoltura L’Aquila, provoca ritardi nell’erogazione dei risarcimenti sia per i terreni...

L’AQUILA. Il continuo rimpallo tra Provicia e Regione, oggetto peraltro di una denuncia da parte di Confagricoltura L’Aquila, provoca ritardi nell’erogazione dei risarcimenti sia per i terreni agricoli danneggiati dal passaggio degli animali selvatici, sia per gli incidenti con i veicoli. Lo scorso febbraio, un giovane automobilista protagonista di un incidente nella zona di Ofena si era visto negare il risarcimento da parte della Provincia. L’ente, attraverso una nota del servizio legale, aveva risposto che la richiesta «non può essere evasa da quest’amministrazione».

Risarcire, sosteneva la Provincia, tocca alla Regione Abruzzo. Di fatto, le richieste di indennizzo si scontrano con un vuoto normativo sulle competenze in materia di risarcimento da danni derivanti da impatti con esemplari di fauna selvatica. E questo, nonostante per la rete stradale abruzzese sia previsto uno stanziamento specifico di somme iscritte in bilancio, secondo quanto disposto dalla Legge regionale 10/2003.

Ogni richiesta, tuttavia, fa i conti con conflitti di competenze e pratiche che rimbalzano da un ente all’altro, fino a finire al tavolo del giudice di pace. Tutte le Province, dietro la spinta della Regione e delle associazioni di categoria hanno avviato l’abbattimento selettivo.

L’ente aquilano è partito in ritardo rispetto agli altri tre, ma l’impegno politico del presidente Antonio De Crescentiis ha fatto in modo che si arrivasse già a 90 capi abbattuti nel giro di poche settimane. Dal punto di vista dei risarcimenti, lo scorso anno sono stati assegnati alla Provincia 148.357 euro a fronte di una richiesta pari a 1.195mila euro.

Si tratta di indennizzi agricoli. «Quando viene presentata una richiesta a seguito di un incidente stradale», spiega Raffaele Retta funzionario del settore Affari generali, «si attiva un iter che fa i conti con un vuoto normativo. Né la Provincia, né la Regione potrebbero, in prima istanza, corrispondere un indennizzo. Di solito la questione passa al giudice di pace che può obbligare l’ente a pagare, come del resto è già successo».©RIPRODUZIONE RISERVATA