Niente posti letto per i ragazzi riusciti a venir fuori dalle macerie degli alloggi crollati in via XX Settembre
«Per noi studenti non esistono diritti»
La denuncia di Antonella: salva per miracolo ed ora nessuna agevolazione
L’AQUILA. «Con la Casa dello studente sono crollati anche i suoi diritti, signorina». La giovane Antonella Lombardi, studentessa fuori sede originaria di Molfetta, si è sentita rispondere così dai funzionari dell’Azienda per il diritto agli studi universitari a cui era andata a chiedere spiegazioni per gli alloggi nel nuovo anno accademico. Ad Antonella, iscritta a Scienze della formazione e sopravvissuta al crollo della struttura di via XX Settembre, non è stato però riconfermato il posto letto nelle graduatorie dell’ex scuola Reiss Romoli.
Antonella parla della sua vicenda in un bar non lontano dalla tendopoli di San Sisto, dove è sfollata dal 6 aprile scorso.
«Quella notte ero nella Casa dello studente, sono viva per miracolo», spiega mentre mostra una fotografia dei primi soccorsi, indicando con l’indice la finestra della sua stanza «Ringrazio Dio», prosegue timidamente, «per avermi salvata da quella esperienza drammatica». Ora su quella tragica vicenda sono in corso le indagini coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica Fabio Picuti finalizzate a individuare possibili responsabili.
Lei è stata tra le prime ad uscire fuori e ha assistito ai soccorsi appollaiata sull’aiuola di fronte l’ingresso principale.
«Per me era importante restare all’Aquila», aggiunge, «per questo motivo ho cercato di attivarmi con degli amici di famiglia per restare in città. Ero convinta», sottolinea, «che qualcuno - la Protezione civile, l’univeristà o l’Adsu avrebbe trovato un nuovo alloggio così come era garantito dal contratto che ci hanno fatto firmare prima di prendere le chiavi dello studentato». Antonella è al secondo anno ed è entrata sin da subito nella Casa dello studente.
«Contrattualmente», spiega, «gli assegnatari degli alloggi conservano il diritto anche negli anni successivi, ma qui nessuno sembra volersi occupare delle persone che, oltre ad avere subito il trauma di quella notte, ora si ritrovano anche senza alloggio. Siamo stati dimenticati da tutti». Antonella ha fatto comunque regolare domanda per ottenere un posto nell’ex scuola Reiss Romoli. «Sono fuori di una ventina di posti», spiega «e per adesso non si vede via di uscita».
Presto, la ragazza dovrà lasciare anche il campo di San Sisto, dove vive in una roulotte. «La Protezione civile mi ha chiesto, nei colloqui», ha aggiunto, «di accettare un albergo fuori città, ma io ho scelto di prendere casa all’Aquila proprio per non fare da pendolare». Decine di persone, che prima vivevano in residenze universitarie, si trovano in situazioni analoghe a quelle di Antonella. Per loro, la speranza è nei mille posti letto richiesti dal rettore dell’università dell’Aquila Ferdinando di Orio che dovranno aggiungersi ai 212 già previsti nella Reiss Romoli.
Allo studio, del tavolo Regione, ateneo e Protezione Civile c’è la possibilità di garantire entro tre mesi, 450 posti letto presso la sede della Caserma Campomizzi e di destinare parte delle 500 Case Mobili, autorizzate con ordinanza del 16 ottobre, al Comune dell’Aquila per le esigenze degli universitari.
«Mi auguro», conclude Antonella Lombardi, «di avere delle risposte dal diritto allo studio migliori di quelle che arrivano dall’ateneo, visto che già ho molti problemi con la segreteria della mia facoltà». (fab.i)
Antonella parla della sua vicenda in un bar non lontano dalla tendopoli di San Sisto, dove è sfollata dal 6 aprile scorso.
«Quella notte ero nella Casa dello studente, sono viva per miracolo», spiega mentre mostra una fotografia dei primi soccorsi, indicando con l’indice la finestra della sua stanza «Ringrazio Dio», prosegue timidamente, «per avermi salvata da quella esperienza drammatica». Ora su quella tragica vicenda sono in corso le indagini coordinate dal sostituto procuratore della Repubblica Fabio Picuti finalizzate a individuare possibili responsabili.
Lei è stata tra le prime ad uscire fuori e ha assistito ai soccorsi appollaiata sull’aiuola di fronte l’ingresso principale.
«Per me era importante restare all’Aquila», aggiunge, «per questo motivo ho cercato di attivarmi con degli amici di famiglia per restare in città. Ero convinta», sottolinea, «che qualcuno - la Protezione civile, l’univeristà o l’Adsu avrebbe trovato un nuovo alloggio così come era garantito dal contratto che ci hanno fatto firmare prima di prendere le chiavi dello studentato». Antonella è al secondo anno ed è entrata sin da subito nella Casa dello studente.
«Contrattualmente», spiega, «gli assegnatari degli alloggi conservano il diritto anche negli anni successivi, ma qui nessuno sembra volersi occupare delle persone che, oltre ad avere subito il trauma di quella notte, ora si ritrovano anche senza alloggio. Siamo stati dimenticati da tutti». Antonella ha fatto comunque regolare domanda per ottenere un posto nell’ex scuola Reiss Romoli. «Sono fuori di una ventina di posti», spiega «e per adesso non si vede via di uscita».
Presto, la ragazza dovrà lasciare anche il campo di San Sisto, dove vive in una roulotte. «La Protezione civile mi ha chiesto, nei colloqui», ha aggiunto, «di accettare un albergo fuori città, ma io ho scelto di prendere casa all’Aquila proprio per non fare da pendolare». Decine di persone, che prima vivevano in residenze universitarie, si trovano in situazioni analoghe a quelle di Antonella. Per loro, la speranza è nei mille posti letto richiesti dal rettore dell’università dell’Aquila Ferdinando di Orio che dovranno aggiungersi ai 212 già previsti nella Reiss Romoli.
Allo studio, del tavolo Regione, ateneo e Protezione Civile c’è la possibilità di garantire entro tre mesi, 450 posti letto presso la sede della Caserma Campomizzi e di destinare parte delle 500 Case Mobili, autorizzate con ordinanza del 16 ottobre, al Comune dell’Aquila per le esigenze degli universitari.
«Mi auguro», conclude Antonella Lombardi, «di avere delle risposte dal diritto allo studio migliori di quelle che arrivano dall’ateneo, visto che già ho molti problemi con la segreteria della mia facoltà». (fab.i)