«Percepite in modo distorto le parole di De Bernardinis»
Grandi Rischi, presentato in Cassazione il ricorso dell’unico imputato condannato in Appello Anche l’Avvocatura dello Stato ha inoltrato una documentazione a sostegno del professore
L’AQUILA. Prime iniziative delle difese in vista dell’udienza in Cassazione per il processo Grandi rischi sul mancato allarme in occasione della riunione dell’ex commissione del 31 marzo 2009 che precedette la scossa catastrofica del 6 aprile.
Nei giorni scorsi, infatti, l’avvocato Filippo Dinacci, difensore dell’unico imputato condannato (a 2 anni di reclusione), Bernardo De Bernardinis, originario di Ofena, ha presentato un ricorso in Cassazione per invocare l’assoluzione del suo assistito. Un altro ricorso è stato presentato anche dall’Avvocatura dello Stato per conto della presidenza del Consiglio dei ministri, tramite gli avvocati Sica e Giannuzzi.
Quanto al ricorso di Dinacci, si tratta di una documentazione di quasi 200 pagine molto complessa e articolata.
De Bernardinis è stato condannato soprattutto per un’intervista rilasciata prima della riunione a una tv privata ma poi ripresa da alcuni organi di informazione in maniera «parziale» secondo il ricorrente, per il quale sembra che le frasi fossero state dette dopo la riunione e non prima.
«La stessa sentenza», si legge nel ricorso, «evidenzia come gli organi di informazione abbiano riportato l’intervista in questione, da un lato utilizzando toni più rassicuranti rispetto a quelli effettivi; dall’altro in modo da far apparire quelle dichiarazioni come il frutto dell’incontro tra gli esperti. Con riferimento al primo rilievo non pare discutibile che si è in presenza di una condotta successiva che ha rassicurato i destinatari dell’informazione ben oltre quanto era possibile effettuare stando alle dichiarazioni di De Bernardinis». «Alla stessa conclusione si perviene», è scritto nel ricorso, «con riferimento al secondo profilo, in quanto, far ritenere che parole rassicuranti sono state pronunciate dalla commissione, impartisce l’effetto proprio al livello di credibilità di cui la Commissione gode in virtù della sua statura scientifica. In sostanza se, secondo la sentenza impugnata, le affermazioni di De Bernardinis sono state ritenute determinanti in quanto provenienti da una fonte autorevole, la condotta distorsiva degli organi di informazione si rivela a maggior ragione interruttiva del nesso causale tra le effettive affermazioni rese dal ricorrente e l’evento. Non vi è dubbio che solo tramite la sopravvenuta alterazione dell’intervista il destinatario del messaggio ne percepiva i contenuti come proposti dai massimi esperti. Come se non bastasse emerge come i contenuti dell’intervista siano stati, inoltre, riportati con l’omissione di due affermazioni rese dal ricorrente: “dobbiamo mantenere uno stato di attenzione... adesso lo valuteranno gli scienziati, ormai ho smesso il cappello dell’accademico”».
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