Pescara-L'Aquila, ultrà assolti dopo 9 anni
In appello salvi gli undici invasori durante il derby del lontano 9 febbraio 2003
PESCARA. Sono stati necessari nove anni per ottenere l'assoluzione per undici ultrà (otto tifosi dell'Aquila e tre del Pescara) accusati dei disordini che ci furono dopo il derby della vecchia serie C1, del campionato calcistico, giocato nel lontano 9 febbraio 2003.
L'udienza in appello è stata imperniata sul capo di imputazione principale, ovvero la violazione di una legge specifica (la 401 del 1989) che punisce coloro che invadono il campo. Di questo reato erano accusati gli aquilani Paolo Tinari, Marco Pellerucci, Carlo Cicino, Pierpaolo Mellone, Alain Zuccon, Giovan Battista Capannolo, Fabio Ambrogi e Maurizio Di Gregorio, i pescaresi Samuel Scotto Di Cesare, Marco Casimiri e il chietino Eros Domenicucci. Tutti di età compresa tra i ventisei a i quarantadue anni. Anche altri tifosi erano finiti sotto processo per reati minori come il non avere fornito le generalità ai poliziotti.
In appello è stata ribaltata la sentenza di condanna in primo grado come richiesto dagli avvocati Fabio Alessandroni e Fabrizio Fiore. Per la cronaca la partita venne vinta dal Pescara che si impose per quattro gol a due sulla formazione rossoblù, molto volenterosa, ma condizionata dallo sfacelo societario che di lì a poco si sarebbe abbattutto sull'Aquila calcio.
L'indagine venne condotta dalla polizia che denunciò anche altri giovani per reati minori.
L'udienza in appello è stata imperniata sul capo di imputazione principale, ovvero la violazione di una legge specifica (la 401 del 1989) che punisce coloro che invadono il campo. Di questo reato erano accusati gli aquilani Paolo Tinari, Marco Pellerucci, Carlo Cicino, Pierpaolo Mellone, Alain Zuccon, Giovan Battista Capannolo, Fabio Ambrogi e Maurizio Di Gregorio, i pescaresi Samuel Scotto Di Cesare, Marco Casimiri e il chietino Eros Domenicucci. Tutti di età compresa tra i ventisei a i quarantadue anni. Anche altri tifosi erano finiti sotto processo per reati minori come il non avere fornito le generalità ai poliziotti.
In appello è stata ribaltata la sentenza di condanna in primo grado come richiesto dagli avvocati Fabio Alessandroni e Fabrizio Fiore. Per la cronaca la partita venne vinta dal Pescara che si impose per quattro gol a due sulla formazione rossoblù, molto volenterosa, ma condizionata dallo sfacelo societario che di lì a poco si sarebbe abbattutto sull'Aquila calcio.
L'indagine venne condotta dalla polizia che denunciò anche altri giovani per reati minori.
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