Picchiato e rapinato da banditi armati
Colpo da 70mila euro negli uffici della Sodifa al complesso Panorama. Il commando di 5 malviventi sparisce nei campi
L’AQUILA. «Si prega di verificare che il portone sia sempre chiuso quando si esce e quando si entra. Grazie». La scritta appare ancora più beffarda, ora, a vedere le tracce di sangue (dei banditi? dei feriti?) lasciate a terra, e segnate con le lettere A e B dalla Scientifica, che raccontano della colluttazione tra banditi e dipendenti della Sodifa avvenuta attorno alle 13. Pochi attimi prima che il commando composto da cinque persone vestite con tute bianche prendesse la via dei campi con in mano un bottino di 70mila euro – frutto degli incassi della fine della scorsa settimana del distributore di carburanti della strada statale 17 Ovest – lasciando a terra un dipendente di 33 anni, G.F., ferito a calci e colpito con il calcio di una pistola (15 giorni di prognosi). E altre persone in stato di choc, tra cui una per la quale viene richiesto l’intervento del 118 (7 giorni). Si tratta di S.V., di 27 anni.
TERRORE A PRANZO. Mattinata di terrore nel complesso commerciale-direzionale Panorama shopping, negli uffici della Sodifa dell’imprenditore Dino Di Fabio. Un colpo pianificato da tempo da una banda organizzata e non certamente da persone alle prime armi. Questo il primo assunto che emerge dagli accertamenti immediati effettuati dalla polizia, intervenuta in pochi minuti con uomini della Volante, della Scientifica e della Mobile. Pochi minuti dopo il colpo, la zona del casello dell’Aquila Ovest dell’A/24 viene cinta d’assedio. Scatta il piano antirapina: partecipano alla caccia all’uomo anche pattuglie della Stradale e dei carabinieri. Dei banditi nessuna traccia.
I SOLDI IN BANCA. Quando si mettono ad aspettare nel piazzale retrostante l’enorme complesso immobiliare, i banditi già sanno che a quell’ora passerà da quelle parti qualcuno con un bel po’ di soldi in mano. Gli incassi del sabato e della domenica che qualcuno è incaricato di trasferire dall’ufficio alla banca. Fatale imprudenza. E non basta che l’ufficio sia al primo piano di quello che sembra un retrobottega, senza indicazioni sul campanello. L’assalto, armi in pugno, è fulmineo. Il malcapitato dipendente si ritrova in un attimo a terra. Prova a reagire. Tenta di difendersi. Gli sono sopra in cinque, mentre lo colpiscono. Da lontano, nel piazzale, c’è chi assiste alla scena e riferisce di «una cosa mai vista».
LA RETE TAGLIATA. Che non sia un gruppetto di improvvisatori lo si capisce anche dalla doppia recinzione tagliata di fronte all’ufficio per assicurarsi la fuga nei campi, all’ombra dei noccioli. L’erba calpestata di fresco fa capire che sono scappati da qui fino a un’auto in attesa chissà dove. Al vaglio, oltre ai racconti di vittime e testimoni, alcune immagini che potrebbero aiutare.
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