Pietrucci, l’uomo Pd per il dopo Cialente
I giovani dirigenti del partito cercano un candidato per il 2017 chiamando a raccolta tutte le forze del centrosinistra
L’AQUILA. Che l’attuale sindaco Massimo Cialente abbia rotto i ponti con il Pd non è un segreto per nessuno. Il mancato invito alla direzione regionale del partito è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. In realtà, lo scontro finale si era già consumato tempo fa quando il primo cittadino, durante una riunione, aveva preso a male parole l’attuale segretario locale del Pd, Stefano Albano.
Cialente vive le sue giornate da Unto del Signore. Pensa di essere l’unico in grado di far risorgere la città dalle macerie del sei aprile del 2009. Tira fuori idee, progetti, crede che nessuno, oltre lui, sa quali sono le cose da fare e chiunque gli fa ombra deve essere messo a tacere. Sa tutto di quello che è accaduto nel post sisma, conosce a menadito decine e decine di decreti commissariali, recita a memoria le leggi, sa nei dettagli come funziona l’ufficio speciale e vuole decidere cosa, come e quando ricostruire. Da buon maestro bacchetta tutti. Se lo si critica apertamente l’epiteto più gentile che lancia all’avversario di turno è «Sei ignorante, non sai nulla, stai zitto». Il peggiore (e purtroppo è capitato) è lo staliniano «Sei un povero pazzo». Cialente è quindi diventato indigesto a molti e la linea giovane del Pd sta provando a sganciarsi dal “padre padrone” e più in generale da quella che viene ormai definita la Triade che, si dice, da troppo tempo fa il bello e cattivo tempo nella politica cittadina: Stefania Pezzopane, Giovanni Lolli e, appunto, Massimo Cialente.
La presentazione qualche giorno fa del “Progetto L’Aquila”, espressione dei quarantenni del Pd, ha dentro una parola chiave: stop all’uomo solo al comando. Il riferimento al sindaco è fin troppo evidente. La mossa di Albano e compagni ha trovato d’accordo le altre componenti del centrosinistra cittadino: Sel, Rifondazione e Idv che da parecchio hanno rapporti complicati con l’uomo della Provvidenza. Si tratta di un gioco di sponda: i giovani Pd sanno che da soli non possono affrontare la “Triade” e allora cercano alleanze per arrivare nell’autunno-inverno del 2016 (le elezioni comunali saranno nella tarda primavera del 2017) alle primarie nelle quali lanciare un nome forte. Potrebbe essere il bis di quanto accaduto alle Regionali con il blocco storico del Pd che voleva candidato Alfredo Moroni (allora assessore comunale ) e un altro fronte – più giovanilistico – che aveva puntato su Pierpaolo Pietrucci. E proprio Pietrucci è l’uomo che dovrebbe e potrebbe scardinare alla lunga la Triade anche se per ora anche lui sembra essere finito nei riti più classici del politico in carriera: comunicati stampa a raffica (secondo gli insegnamenti della “maestra” in questo tipo di comunicazione, Stefania Pezzopane), autocelebrazioni continue su Facebook, una claque che lo osanna in ogni occasione, un’autostima che a volte lo fa apparire molto sopra le righe, presenzialismo asfissiante. Eppure, al netto di tutto ciò, Pietrucci oggi sembra l’unico in grado di competere – nel centrosinistra – per la poltrona di primo cittadino. Quel Pietrucci che – potente capogabinetto del sindaco – appena qualche mese fa fu cacciato a malo modo da Cialente con l’accusa di intesa coi “nemici” giornalisti. Infatti, come tutti i capi che si rispettino anche al sindaco non piacciono i signornò. Un signornò ce l’ha in giunta. E’ il vicesindaco ed ex magistrato Nicola Trifuoggi. Ma c’è già un’idea: mandarlo alla presidenza del Parco Gran Sasso. Promosso e silurato. Così Cialente potrà stare tranquillo e sbraitante contro «chi non lo capisce» ancora un paio d’anni, certo che nessuno lo farà cadere prima. Questa è oggi la sua forza. E sa giocarsela bene. Tutto si può dire di Cialente ma non che non sia un politico di qualità. Se lo è anche come amministratore lo dirà la storia.
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