Pineta di Roio, sensori per rilevare i roghi

La proposta della docente Cervale per allestire un sistema di prevenzione e difesa dei boschi

L’AQUILA. «Il drammatico incendio della pineta di Roio pone con evidenza la necessità di tutelare l'enorme patrimonio di verde pubblico che ancora circonda la città». Lo afferma, in una nota, Goffredo Juchich, segretario comunale del circolo «Casamobile» di Rifondazione comunista.

«Negli ultimi anni», prosegue, «abbiamo perso, nell'indifferenza della Regione Abruzzo, ettari di pineta sia sul versante di San Giuliano che su quello di Roio. Se non si mette mano in tempi brevi a un’intensa attività preventiva rischiamo di mandare in fumo altri ettari di territorio. Ad esempio basta fare un rapido giro su Monte Pettino, intorno alla torre di avvistamento medievale della Rocchetta, per capire lo stato di totale abbandono della pineta con rischi altissimi in caso di incendio anche per chi vive a ridosso della vegetazione. Intervenga con urgenza l'assessore regionale Giuliante per mettere in zona tutte le opere antincendio preventive necessarie per mettere in sicurezza la zona con muri tagliafuoco (totalmente assenti) e con un'azione di pulitura del sottobosco. Contestualmente occorre preparare, in concorso con Protezione civile e Comune dell'Aquila, un piano d'emergenza per intervenire in maniera tempestiva in caso di incendio».

Dalla docente Titti Cervale arriva invece una proposta operativa, accompagnata da un invito ad avviare una seria riflessione «sulle responsabilità e sulla mancanza di un sistema di monitoraggio continuo antincendio che dovrebbe interessare non solo la Pineta di Roio ma anche l’intero territorio provinciale e tutta la regione Verde d’Europa». Tra le «buone pratiche» di prevenzione, già applicate in Lombardia, vi sono quelle del «sistema di catalogazione del territorio boschivo con la creazione del catasto incendi per localizzare immediatamente l’area interessata», oltre al «servizio di prevenzione basato su previsioni a breve termine», al «posizionamento su siti strategici di telecamere dotate di tecnologia a infrarosso», fino alle «operazioni cadenzate di ripuliture con le quali ridurre la biomassa bruciabile (arbusti e sottobosco)», senza dimenticare «il sistema di avvistamento aereo» in sinergia tra i vari soggetti istituzionali e del volontariato.