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Polfer, Gabrielli dispone la chiusura

Petizioni e sit-in non sono serviti a scongiurare la cancellazione, da tempo temuta, della sede di polizia ferroviaria

SULMONA. Ad una settimana dalla sua visita in città, in cui aveva definito la Polfer «un simulacro», il capo della Polizia, Franco Gabrielli, ha firmato il provvedimento di chiusura del presidio di sicurezza alla stazione di Sulmona. Il documento, che spegne le speranze del fronte del no alla chiusura della stazione di polizia ferroviaria, riguarda 15 uffici in tutto il Paese ed è stato firmato il 31 marzo scorso. Una settimana dopo aver incontrato a Sulmona il sindaco Annamaria Casini, che aveva provato a perorare la causa del presidio. Anche le battaglie, i sit-in di protesta, la raccolta firme e le manifestazioni sembrano perdere ora di significato.

«È inutile tenere aperti certi simulacri», aveva detto Gabrielli a un convegno al liceo Fermi, «i due agenti in servizio alla stazione potranno essere occupati diversamente nell’ambito del commissariato che va potenziato». Detto, fatto. Ora – in attesa dell'annunciato potenziamento del commissariato – la città perde un ulteriore presidio, deputato alla sicurezza soprattutto di viaggiatori e pendolari. Come ribadito più volte dai rappresentanti istituzionali e dal Coisp da sempre in prima linea nella battaglia a tutela della Polfer. Ora, chi prenderà il treno dalla stazione sulmonese, il secondo scalo ferroviario regionale per importanza, lo farà senza poter più contare sulla presenza degli agenti di polizia. Un servizio estremamente necessario, invece, per Mauro Nardella, vicesegretario regionale della Uil penitenziari, che ha da sempre legato l’importanza del mantenimento della Polfer all’esistenza del supercarcere sulmonese, ora in via di potenziamento.

Purtroppo anche i numeri snocciolati da Santino Li Calzi e Kristian Serafini del Coisp, il sindacato indipendente di polizia, non sono bastati a far tornare indietro il governo sulla decisione.

Fino a cinque anni fa la sede di polizia alla stazione ferroviaria aveva cinque agenti, poi ridotti a due. Dal 2010 sono state 4.208 le persone identificate, tra cui molti detenuti con permessi speciali, 72 le autovetture controllate; 279 scorte ai treni viaggiatori; 92 contravvenzioni al codice della strada; 70 delitti in ambito ferroviario e 7 fuori dalla stazione; 8 arresti; 17 denunciate in stato di libertà.

Numeri e cifre che dimostrano l’importanza del secondo scalo ferroviario in Abruzzo, sede di un deposito di rame e dell’unica sala operativa regionale, con 65 treni in transito giornaliero, 200 dipendenti e più di 400 posti auto.

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