LUTTO
Pratola piange la morte del suo ex sindaco e avvocato Margiotta
La Di Nino: «Era un uomo di diritto e di raffinata eleganza». I funerali si terranno oggi alle 16 nella chiesa di San Lorenzo
PRATOLA PELIGNA. Quando lo incontravi aveva sempre il sorriso sulle labbra e riusciva a sdrammatizzare anche le situazioni più difficili e a trasmetterti positività. Le sue arringhe in tribunale hanno fatto la storia del palazzo di giustizia intitolato a Capograssi.
Nella tarda mattinata di ieri si è spento Giovanni Margiotta, un grande avvocato ma soprattutto un grande uomo che ha lasciato un profondo segno nella sua comunità, distinguendosi nel lavoro e nella politica. Lo sanno bene i pratolani, ma anche i sulmonesi che hanno perso uno dei punti di riferimento sul fronte della giustizia, della politica e dell’associazionismo del centro Abruzzo. Margiotta, rappresentante di una generazione di avvocati che hanno fatto la storia del tribunale peligno, aveva 81 anni e da qualche mese era stato colpito da una grave malattia che non gli ha lasciato scampo.
Fin da giovane è stata sempre intensa l’attività svolta dall’avvocato sia nel campo professionale che in quello politico. Appena conseguita la laurea in Giurisprudenza, Margiotta divenne corrispondente del quotidiano “il Messaggero”, ponendosi subito all’attenzione dei cittadini e delle istituzioni per le sue battaglie a favore del comprensorio peligno. Nel 1966, appena trentenne, venne eletto per la prima volta sindaco di Pratola Peligna. Carica che ha ricoperto di nuovo, e sempre per il partito della Democrazia Cristiana, nel 1985. «Pratola è un centro di grandi contrasti e piccole risse», disse Giovanni Margiotta in un’intervista rilasciata anni fa proprio al Centro, in cui è difficile governare. Eppure sono riuscito a tenere unita l’amministrazione e la cittadina per cinque anni. Una bella soddisfazione».
Amava lo sport e la vita sana e il suo fisico era l’immagine di questa sua filosofia. Importante fu anche la sua lunga esperienza alla presidenza dell’Unità sanitaria locale con scelte coraggiose sempre a favore del territorio e dei suoi abitanti. È stata, dunque, una vita intensa quella vissuta da Giovanni Margiotta, sempre appassionato sia nel suo impegno professionale che in quello di pubblico amministratore. La sua morte ha suscitato dolore e sgomento tra i suoi concittadini e da ieri la sua casa di Pratola è diventata meta di un mesto pellegrinaggio.
«L’amministrazione comunale di Pratola Peligna esprime il suo profondo cordoglio per la scomparsa dell’avvocato Giovanni Margiotta, sindaco del paese alla fine degli anni Ottanta, personalità di grande spessore umano e culturale, uomo di diritto e di raffinata eleganza», si legge in una nota del sindaco Antonella Di Nino, che ha voluto così testimoniare vicinanza e affetto alla famiglia.
Margiotta lascia la moglie Pina e tre figli, Orietta, Vincenzo e Alessandro, anche loro avvocati. I funerali si terranno oggi alle 16, nella chiesa di San Lorenzo.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Nella tarda mattinata di ieri si è spento Giovanni Margiotta, un grande avvocato ma soprattutto un grande uomo che ha lasciato un profondo segno nella sua comunità, distinguendosi nel lavoro e nella politica. Lo sanno bene i pratolani, ma anche i sulmonesi che hanno perso uno dei punti di riferimento sul fronte della giustizia, della politica e dell’associazionismo del centro Abruzzo. Margiotta, rappresentante di una generazione di avvocati che hanno fatto la storia del tribunale peligno, aveva 81 anni e da qualche mese era stato colpito da una grave malattia che non gli ha lasciato scampo.
Fin da giovane è stata sempre intensa l’attività svolta dall’avvocato sia nel campo professionale che in quello politico. Appena conseguita la laurea in Giurisprudenza, Margiotta divenne corrispondente del quotidiano “il Messaggero”, ponendosi subito all’attenzione dei cittadini e delle istituzioni per le sue battaglie a favore del comprensorio peligno. Nel 1966, appena trentenne, venne eletto per la prima volta sindaco di Pratola Peligna. Carica che ha ricoperto di nuovo, e sempre per il partito della Democrazia Cristiana, nel 1985. «Pratola è un centro di grandi contrasti e piccole risse», disse Giovanni Margiotta in un’intervista rilasciata anni fa proprio al Centro, in cui è difficile governare. Eppure sono riuscito a tenere unita l’amministrazione e la cittadina per cinque anni. Una bella soddisfazione».
Amava lo sport e la vita sana e il suo fisico era l’immagine di questa sua filosofia. Importante fu anche la sua lunga esperienza alla presidenza dell’Unità sanitaria locale con scelte coraggiose sempre a favore del territorio e dei suoi abitanti. È stata, dunque, una vita intensa quella vissuta da Giovanni Margiotta, sempre appassionato sia nel suo impegno professionale che in quello di pubblico amministratore. La sua morte ha suscitato dolore e sgomento tra i suoi concittadini e da ieri la sua casa di Pratola è diventata meta di un mesto pellegrinaggio.
«L’amministrazione comunale di Pratola Peligna esprime il suo profondo cordoglio per la scomparsa dell’avvocato Giovanni Margiotta, sindaco del paese alla fine degli anni Ottanta, personalità di grande spessore umano e culturale, uomo di diritto e di raffinata eleganza», si legge in una nota del sindaco Antonella Di Nino, che ha voluto così testimoniare vicinanza e affetto alla famiglia.
Margiotta lascia la moglie Pina e tre figli, Orietta, Vincenzo e Alessandro, anche loro avvocati. I funerali si terranno oggi alle 16, nella chiesa di San Lorenzo.
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